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e non senza pericolo; sicchè appena gli riuscì di ricoverarsi nuovamente in corte. Poco dopo, il popolo pose le barricate alle imboccature delle strade, e tutte le finestre ebbero provvisione di sassi ed altre materie, per offendere i Francesi. Fra le lettere di Girolamo Morone una ve n’è del 4 marzo 1500, in cui, descrivendo a Girolamo Varadeo quest’incontro, dice del Trivulzio: che in tantam prorupit iracundiam, ut prudentiam omnem abjecisse videretur... seroque cognovit humanitatem et mansuetudinem, saeviente populo, magis quam vim et arrogantiam proficere. Vi fu chi rimproverogli di aver tre facce, come ne portava lo stemma; fugli rinfacciato di essere egli ribelle al suo sovrano, subdolo, traditor della patria, e dovette soffrire tutto ciò da una moltitudine di seimila persone armate, il che si scorge nella citata lettera. A tale stato si ridussero gli affari de’ Francesi poco dopo partito il re.

Frattanto Lodovico il Moro (che in Inspruck era stato accolto umanamente e con sensibilità dall’imperator Massimiliano) non aveva omessa cosa alcuna affine di accelerare il suo ritorno nella patria. Vero è che nell’avversa fortuna quel principe non seppe mostrare quel vigor d’animo e quella serenità di mente, che solo possono farci reggere fra le sventure e superarle. Egli da Inspruck spedì Ambrogio Bugiardo per Bari, e Martino Casale per Pesaro, colle istruzioni a ciascuno di