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pronunziò l’orazione; poscia si andò a Sant’Ambrogio; d’unde in castello, dove furono celebrati li stupendi triumphi quanto a nostro secolo fussino d’altri; così il Corio.
Stacchiamo lo sguardo, almen per poco, dai tristi avvenimenti della politica, rimiriamo oggetti più ameni, cioè i progressi che la coltura fece presso di noi sotto il governo di Lodovico il Moro. Lodovico dapprincipio fabbricò il vastissimo claustro del Lazzaretto secondo l’uso di que’ tempi; ma in appresso egli pose all’architettura per maestro il Bramante da Urbino, alla pittura, Leonardo da Vinci. Questi grandi uomini erano cari a Lodovico. Sotto la scuola di quest’ultimo si formarono Polidoro da Caravaggio, Cesare da Sesto, Bernardo Luino, Paolo Lomazzi, Antonio Boltrasio ed altri, dai quali ebbe vita ed onore la scuola milanese. L’architettura era ne’ primi anni sotto Lodovico resa elegante bensì, ma conservava capricciosi ornamenti, siccome scorgevasi nella facciata della casa de’ signori conti Marliani. Poi s’innalzò il magnifico tempio della madonna di San Celso; si eresse la facciata del palazzo arcivescovile; si fabbricò il chiostro, veramente nobile e grandioso, dell’imperial monastero di Sant’Ambrogio; e così si esposero allo sguardo pubblico modelli di bella architettura. Lodovico