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Corte, che perciò si nominò il Broletto vecchio, dalla voce Brolo, che ne’ secoli bassi significava appunto un orto, come anche in oggi l’adopera in questo senso la nostra plebe1. D’altra parte, l’arcivescovo aveva il giardino, Viridarium, Verzè; così attualmente chiamasi quel sito. Dietro la metropolitana eravi un campo, e quel sito conserva perciò anche presentemente il nome di Campo Santo2. Entro le mura della città, vicino a San Giovanni alle quattro facce, v’erano in que’ tempi dei campi coltivati3. Altri pezzi di terra coltivati si ritrovavano vicino a San Satiro4. Presso Santa Radegonda v’erano pezzi di terra coltivati, con una Cascina5. Altra terra coltivata trovavasi in città vicino alle mura antiche di porta Vercellina6. Vicino alla chiesa di San Giovanni sul muro, entro l’antico recinto, eranvi pure altre terre coltivate7, e questi probabilmente non saranno stati i soli campi fruttiferi che si ritrovavano nella angusta città, perchè nè saranno state pubblicate tutte le antiche carte di affitti o di vendite di simili fondi, nè col trascorrere di tanti secoli questi contratti si saranno tutti conservati, nè su tutti i pezzi fruttiferi si saranno fatti contratti per mezzo della scrittura, onde ne rimanesse memoria ai posteri. Data adunque l’area dell’antica città meno della sesta parte della attuale, dato il buon numero de’ siti che rimanevano vacui nella città medesima, non vi poteva certamente essere molto popolo, a meno che il restante spazio non fosse occupato da case altissime, col-

  1. Il conte Giulini, tomo II, pag. 20.
  2. Detto, tomo IV, pag 364.
  3. Sormani, Passeggi, tomo II, pag. 20.
  4. Il conte Giulini, tomo II, pag. 416.
  5. Detto, tomo III, pag. 499.
  6. Detto, tomo III, pag. 228.
  7. Detto, tomo III, pag.346.