smunda sua moglie, a bere in una coppa orrenda, fatta col cranio di Cunigondo, di lei padre, ucciso da Alboino medesimo. La regina comperò coll’adulterio un vendicatore; fu assassinato Alboino; Rosmunda, coperta dell’obbrobrio di due delitti, si avvelenò: tali erano i costumi di quella nazione. I Longobardi radunaronsi in Pavia, ed innalzarono Clefi a regnare. Costui con tanta crudeltà trattò gli uomini, che, dopo alcuni mesi, venne ucciso nel 575. I primi generali longobardi, in vece di passare a nuova elezione, si divisero lo Stato; furono trenta questi piccoli tiranni, che col titolo di duca si appropriarono una parte del regno, e Milano diventò suddita di Albino, al quale si attribuisce d’aver fabbricato il suo alloggio in una parte di Milano vicina al centro, che oggidì chiamasi Cordùs, nome derivato, a quanto pretendesi, dal latino Curia Ducis. Questa anarchia dopo dieci anni terminò, avendo i proceri riconosciuto per loro re Autari, figlio dell’ucciso Clefi: ma in questa acclamazione i duchi vollero ritenere una sovranità secondaria, contribuendo bensì i servigi militari e una porzione de’ tributi al re, ma conservando ciascuno il dominio del proprio ducato; il che fece poi nascere il gius feudale appunto verso il finire del sesto secolo. La dinastia de’ Longobardi durò per ventidue regni nello spazio di poco più di due secoli. Le elezioni, le feste, le incoronazioni le nozze, tutto quello che indichi luogo di residenza, non mai si fecero in Milano durante la dinastia dei Longobardi. Paolo Diacono1 nomina Milano: suscepit Agilulfus, qui erat cognatus regis Authari, inchoante mense novembrio, regiam dignitatem. Sed tamen, congre-
- ↑ Lib. III, cap. ultimo.