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quasi ella fosse tale colla sanzione de’ sacri riti. Il duca, senza eredi, senza prossimi parenti, così morì. Fu seppellito tumultuariamente nel Duomo. Se vivesse allora Zanino Riccio, nol so. L’erario, del duca venne saccheggiato da’ suoi famigliari, i quali si divisero diciasettemila ducati d’oro. Francesco Sforza era nella Romagna, nè poteva allegare titolo alcuno per il dominio di Milano. Innocenzo Cotta, Teodoro Bossi, Giorgio Lampugnano, Antonio Trivulzi e Bartolommeo Moroni furono i capi dei Milanesi che progettarono di ricusare la signoria d’un solo come una pessima pestilentia, dice il Corio; ed avevano ben ragione di così risguardarla, poichè avevano provato che in dodici principi, due soli erano stati buoni, Azzone e Giovanni arcivescovo; tollerabili quattro, cioè l’arcivescovo Ottone, Matteo I, Galeazzo I e Luchino; e gli ultimi sei che finalmente