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Genova; città che sessantotto anni prima s’era data a Giovanni arcivescovo, e che, dopo tre anni essendosi sottratta, inutilmente era sempre stata addocchiata dal primo duca. Il valoroso conte la costrinse alla resa; e il giorno 2 di novembre dello stesso anno 1421 capitolò la città e riconobbe per suo signore il duca di Milano. Filippo Maria prescrisse da buon astrologo l’ora e il momento in cui dovevasi fare la funzione del possesso di Genova. I Genovesi però quattordici anni dopo scossero nuovamente il giogo dei Visconti. (Il signor don Carlo de’ marchesi Triulzi, cavaliere di moltissima erudizione, ha nella sua collezione di monete il fiorino d’oro di Genova regnandovi il duca Filippo Maria, ed io ho delle monete d’argento pure di Genova col nome e collo stemma del medesimo duca). Poi dal duca d’Orleans ebbe il Visconti per cessione Asti: città che da suo padre era stata, come dote della principessa Valentina, ceduta al conte di Valois trentacinque anni prima. Fece il duca altri acquisti nella Romagna, cioè Forlì, Imola, Faenza. (1424) A tale stato di grandezza era giunto il duca Filippo Maria l’anno 1424, che possedeva venti città acquistate colle nozze della infelice duchessa, e colla fede e col valore del conte Francesco. Le città erano Milano, Como, Brescia, Bergamo, Lodi, Crema, Cremona, Piacenza, Parma, Faenza, Imola, Forlì, Pavia, Alessandria, Tortona, Genova, Asti, Vercelli, Novara e Vigevano, tutte acquistate nel breve spazio appena di dodici anni. Avrebbe il duca sottomesse ancora le altre quindici città che gli mancavano per ricuperare lo Stato di suo padre; avrebbe fors’anco esteso ancora più in là i confini;