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la città appunto il giorno 16 di giugno, siccome ho detto; e ritiratosi nel castello di Monza venne ivi assediato, e dopo alcuni mesi vi rimase ucciso da un colpo di spingarda, che gli fracassò una gamba. Il cadavere di Estore Visconti si conserva incorrotto e visibile in un cortile di fianco alla chiesa di San Giovanni di Monza; e si riconosce la rottura della gamba. Appena fu padrone di Milano Filippo Maria, III duca, girò per la città, e mostrò al popolo umanità ed accoglienza. Ma quanti potè avere dei complici della morte del duca Giovanni Maria, tanti morirono col supplicio, e taluni squartati, e le loro membra inchiodati alle porte della città, e le teste, conficcate in cima di lunghe aste, vennero piantate sul campanile della piazza de’ Mercanti. Le case de’ congiurati furono abbandonate al saccheggio; e così cominciò il suo regno il duca Filippo Maria. Fra i militi di Facino Cane vi era un soldato di fortuna, Francesco Carmagnola, uomo di grand’animo, che aveva i talenti di un buon generale, e che colla superiorità del suo merito aveva dato persino gelosia al suo antico padrone, che pure era grande uomo di guerra de’ suoi tempi. Il duca non era fatto per comandare in persona: egli era timido, inerte, superstizioso, amante della solitudine. Egli fortunatamente ascoltò il consiglio di Beatrice sua moglie, e collocò nel Carmagnola il comando e la confidenza. Francesco Carmagnola fu dichiarato conte; innalzato, arricchito e beneficato dal duca. Il conte Francesco alloggiava in Milano nel palazzo in cui ora si radunano i Corpi civici. Premeva al duca di riacquistare Lodi, città distante appena venti miglia da Milano. Giovanni Vignate s’intitolava conte di Lodi, e ne era il padrone. Una tregua si era sottoscritta fra il duca e