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metropolitano possedeva nella Sicilia dipendente da Roma, nomina la Chiesa milanese Santa. Quod autem perhibetis ab exactione patrimonii Siciliae provinciae, iuris sanctae, cui Deo auctore praesidetis, Ecclesiae... Proinde necesse est ut sanctitas vestra de hac re personam instituat, cum qua Romana Ecclesia aliquid debeat solide definire1; e Giovanni VIII, nell’anno 878, scrisse un breve: Reverendissimo et sanctissimo confratri Ansperto venerabili archiepiscopo Mediolanensi. Ciò sia detto per conoscere quanto fosse decorata la città di Milano, fatta sede del prefetto d’Italia, soggiorno di molti imperatori durante il quarto secolo, e parte del quinto, per lo spazio di un secolo e mezzo, quanto ne trascorse dal sistema fissato da Costantino alla devastazione di Attila, foriera del totale eccidio che ne fecero i Goti; cosicchè nessun’altra città dell’Occidente fu a lei paragonabile per lo splendore, se ne eccettuiamo la sola Roma.
Nella mia raccolta di monete patrie alcune ne conservo di Magno Massimo, di Teodosio, di Arcadio e d’Onorio, le quali dagli eruditi si giudicano della zecca di Milano. Se ne conoscono di Valente, di Valentiniano II, di Vittore, di Eugenio e del tiranno Costantino, le quali si possono sostenere della zecca di Milano. Quelle d’argento hanno le lettere M. D. P. S., che s’interpretano Mediolani pecunia signata; quelle d’oro hanno semplicemente M. D. Mediolanum; così vien letto. Hanno questi augusti regnato dal 364 al 407, ne’ tempi appunto ne’ quali Milano significava tanto. Anche Ausonio ricorda ne’ riferiti versi: opulensque moneta; non vedo che vi sia improbabi-
- ↑ Lib. I, Epist. 82, S. Greg. Oper. tomo II, col. 565.