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titolo di re. Il Corio ci attesta che il manto reale, il diadema, lo scettro erano già preparati dal duca; e per celebrare la funzione di farsi consacrare, aspettava soltanto l’avviso della resa di Firenze. I generali del duca erano i migliori di quei tempi: Jacopo dal Verme, Ottone IIIFonte/commento: Pagina:Storia di Milano I.djvu/614, Facino Cane e il conte Alberico di Barbiano. Il duca contava il quarantanovesimo anno dell’età sua mentre aveva in faccia questa ridente e grandiosa scena; quando morì in Marignano, il giorno 3 di settembre dello stesso anno 1402; e così ogni cosa cambiò aspetto; e tutte le previdenze umane, e tutt’i lunghi fili tessuti per un avvenire sempre indipendente dagli uomini, rimasero troncati. Fu veramente magnifica e reale la pompa funebre che si celebrò in Milano per Giovanni Galeazzo primo duca. Ne abbiamo la descrizione minuta1. Intervennero al funerale gli oratori di ciascuna delle città suddite; gl’inviati di tutti i principi esteri; e quaranta illustri consanguinei della agnazione Visconti. Le insegne di tutte le città e borghi principali del dominio, portate da ducento quaranta uomini a cavallo; duemila uomini vestiti a bruno, con grosse torce di cera; tutt’i vescovi sudditi; il feretro, portato dalle cariche di corte, sotto di un baldacchino di broccato d’oro, foderato d’armellini; le insegne ducali, portate dagli araldi, il tutto formò uno spettacolo maestoso.

Il carattere di Giangaleazzo, si manifesta bastantemente dalle sue azioni. Sant’Antonino lo ha dipinto con odiosissimi colori. Il nostro Corio lo dice prudentissimo ed astuto, che sfuggiva il commercio degli uomini, pigro, timido nell’avversità, e audace nella prospera fortuna, simulato, vano ed

  1. Rer. Ital. tom XVI, colum. 1021 et sequ.