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nella Romagna e nella Toscana. Egli conquistava per mezzo de’ suoi generali. Prese colle armi Bologna. Molto si estese nella Romagna. Perugia, Spoleti, Nocera, Assisi furono da lui acquistate. Nella Toscana egli comprò Pisa collo sborso di duecentomila fiorini, e gliela vendette Gerardo Appiani, che era succeduto al padre in quel dominio. Egli acquistò Siena, che se gli rese per dedizione spontanea. La repubblica di Firenze non poteva con tranquillità rimirarsi in tal modo cinta dai nuovi Stati del conte, la di cui ambizione non aveva limiti, e si venne alle ostilità. Nel loro manifesto i Fiorentini dissero: sed profecto nosmetipsos, vana fide delusi, decipiebamus, persuadentes nobis illum esse posse fidelem, qui tam infidelis extitit nepos et gener et frater, in patruum, socerum, atque fratres, cujusque toties, et nobis, et aliis, probata fides erat nihil habere constantiae, nisi solum in hoc ut fidem quam promiserat non servaret... Nos versa vice tyranno Lombardiae, qui se regem facere cupit, et inungere, bellum indicimus. Stimolarono i Fiorentini il re di Francia, e non si sa con quai mezzi l’indussero, malgrado gli stretti vincoli del sangue, a spedire per la Savoia un corpo di diecimila Francesi, comandati dal conte d’Armagnac. Sebbene il duca di Savoia fosse pure stretto parente del conte, che era figlio di Bianca di Savoia, pure lasciò libero il passo a queste truppe. Il comandante conte d’Armagnac era parente stretto di Carlo Visconti, figlio di Barnabò, che viveva miseramente ramingo colla sua moglie Beatrice d’Armagnac.