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e qui si pose a sedere in groppa, e mentre così proseguivano attraverso del bosco, continuò Barnabò: Amico, tu mi hai date delle cattive nuove del tuo padrone: e del signor Barnabò, che sta in Milano, che se ne dice? - Villano: Di lui se ne parla meglio. Benchè sia feroce, egli almeno fa osservare l’ordine; e s’egli non fosse, non avremmo osato nè io nè gli altri poveri entrar nel bosco a tagliar legna, per timore degli assassini. Il signor Barnabò fa osservare esatta giustizia, e quando promette, mantiene. Ma quest’altro che sta in Lodi, fa tutto al contrario. E così, proseguendo il discorso, gli riferì come un castellano gli aveva rubato un pezzo di terra ed alcuni pochi mobili; indi, usciti che furono dal bosco, disse il villano: Signore, tenete la campagna da questa banda, la notte viene, fate presto, perchè altrimenti vi potrete trovare in mezzo d’una strada. - Barnabò: Amico, mi vorresti gabbare, e con questo bel modo portarmi via la fibbia. - Tremava di freddo il villano, perchè a piedi almeno si riscaldava, e sedendo era, senza moto, esposto al rigore della stagione, e disse: Per Dio! non mi ricordava nemmeno più della fibbia; prendetela, signore. Se mi volete dar qualche cosa per amor di Dio, fatelo; se non vi piace, il cielo vi aiuti, e andate colla vostra fibbia. Correrei pericolo d’essere impiccato, se questa fibbia si ritrovasse presso di me; si direbbe che l’avessi rubata. Tenetela. Credo bene che, se mi volete fare la carità, non vi mancano in tasca denari. - Barnabò: Amico, fa a modo mio; accompagnami ad un albergo e ti prometto un grosso, e di più un buon camino per riscaldarti, e poi anco di più una buona cena: e così domattina di buon’ora tornerai da tua moglie. Il villano si