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d’Italia, e vedendo che le armi non andavano prosperamente, scomunicò di bel nuovo Barnabò, e liberò i sudditi dal giuramento di fedeltà; poi animò l’imperatore Carlo IV, il quale, con suo diploma dato in Praga il giorno 3 di agosto dello stesso anno 1372, privò i due fratelli Visconti Barnabò e Galeazzo del vicariato imperiale e d’ogni dignità, e Barnabò venne persino degradato dell’ordine equestre. Alle forze degli alleati, per opera del cardinale di Bourge, legato pontificio, si unirono quelle del duca di Savoia; e sebbene nemmeno questa volta l’armata combinata giugnesse a fare conquista sulle terre di Barnabò, ella però potè devastarle, e porre a saccheggio e in rovina una parte del suo Stato. Così la rozza e feroce violazione del gius delle genti produsse a Barnabò delle inquietudini mortali durante il suo regno; e questo è il primo de’ due fatti. L’altro fatto si vede originato dall’animo istesso di quel sovrano truce ed ignorante. Sino dall’anno 1362 s’era formata l’alleanza fra il papa, i Carraresi signori di Padova, gli Scaligeri signori di Verona, gli Estensi signori di Ferrara, e un Gonzaga signore di Reggio. Quei principi collegati, prima di commettere ostilità, spedirono i loro ministri a Barnabò, facendogli dire che essi avevano fatto lega col papa, ma unicamente in difesa dello stato della Chiesa; non mai per invadere gli Stati altrui; onde qualora il signor Barnabò avesse restituito i luoghi da lui occupati nel Bolognese e nella Romagna, essi non avrebbero mosse le armi contro di lui. Tale era la commissione di que’ legati. A questo colto e nobile ufficio Barnabò