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ai Cristiani del Levante), egli ricusò di farlo per allora; anzi si protestò ch’ei non avrebbe mai dato mano a Crociata alcuna, sin tanto che non avesse ottenuto esito felice quella già intimata contro di Barnabò. (1364) Allora però questa Crociata non ebbe effetto; poichè la combinazione degl’interessi dei principi gl’indusse ad accordar la pace l’anno 1364, in cui Barnabò cedette Bologna al papa, che s’obbligò a pagargliela cinquecentomila fiorini d’oro. Le perdita di Bologna e del Modanese fatta da’ Visconti non fu una riparazione bastante al pontefice; poichè con nuova bolla dell’anno 1368, in data 30 maggio, lo stesso papa pubblicò una seconda Crociata contro il Barnabò e fece che lo attaccassero con formidabile esercito l’imperatore, la regina di Napoli, il marchese di Monferrato, gli Estensi, i Gonzaghi, i Malatesti, i Carraresi, i Perugini e i Sanesi collegati insieme coi pontificii. Questo esercito collegato avrebbe svelta dalle radici la sovranità de’ Visconti, se non avesse portato seco quel principio di lentore e debolezza, che sono inseparabili dalle armate combinate, ciascuna porzione delle quali, perchè dipendente da un distinto sovrano, si crede la prima di ogni altra, o almeno l’eguale, e si disperde nelle rivalità, che più la tengono occupata di quello non faccia la causa comune. Così potè Barnabò difendersi, e senza nuove perdite ottenere la pace, segnata il giorno 11 febbraio 1369. Nè la morte di Urbano V, che aveva sofferto l’insulto personale, diede costante fine all’odio pontificio, parve anzi che nel successore Gregorio XI venisse trasfuso come un’eredità; poichè Gregorio, l’anno 1372, combinò una nuova lega fra i principi