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le dignità ecclesiastiche, di aver tessute all’imperatore delle insidie a Pisa, e di aver fatte chiudere le porte della città, impedendovi l’ingresso al medesimo imperatore nel suo ritorno da Roma. I due fratelli Visconti non pensarono nemmeno a questo viaggio. Il vescovo Marquardo radunò le forze degli emuli: e si pose alla testa di un corpo d’armati rispettabile, incamminandosi verso Milano. S’impadronì di varie città; poichè i Visconti o non avevano preveduta una tale invasione, ovvero avevano negligentate le difese. La stessa campagna di Milano venne esposta alle prede ed ai guasti de’ nemici. Si spostarono gl’imperiali ne’ contorni di Casorate; e i due fratelli finalmente, radunate le loro forze, ne confidarono il comando al vecchio Lodrisio Visconti; a quel Lodrisio, che, diciassette anni prima, colle armi alla mano, venne preso a Parabiago, allorchè cercava di togliere la sovranità ad Azzone. Il valore di Lodrisio, e la sua perizia produssero la vittoria del giorno 14 di novembre l’anno 1356. I nemici vennero disfatti a Casorate; il vescovo Marquardo d’Ausburgo, loro comandante, rimase prigioniero, fu condotto decorosamente a Milano, e dai Visconti fu poi licenziato, onde ritornossene nella Germania. Lodrisio Visconti ricompensò per tal modo la vita che gli lasciò Azzone, e la libertà che gli diede Giovanni, principi illuminati, i quali conobbero che un generoso perdono ci affeziona più di qualunque altro beneficio un’anima nobilmente energica. I Visconti, signori quasi tutti assai valorosi, affrontarono intrepidamente i pericoli prima che reggessero lo Stato; seduti poi che erano sul trono,