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a Pisa, e costrinsero i Pisani a chiedere pace, pagando a Luchino centomila fiorini d’oro, ed obbligandosi a presentargli ogni anno un palafreno con due falconi in segno d’omaggio: ecco ciò che questo principe fece per l’ingrandimento del suo Stato. Molto fece egli ancora per mantenere e introdurre l’ordine sociale nel suo dominio. (1348) Ei preservò Milano dalla peste l’anno 1348. Egli non volle proteggere veruna fazione; e Guelfi e Gibellini indistintamente erano difesi dalle stesse leggi, e ritrovavano egualmente giustizia. Le strade poi, che per l’addietro erano infestate da’ ladri, divennero sicurissime; per ottener la qual cosa Luchino si appigliò ad un partito singolare. Prese egli al suo stipendio i masnadieri medesimi che vivevano in prima saccheggiando i passaggieri, e da costoro le fece custodire, il che mirabilmente si ottenne. Oltre i masnadieri, erano saccheggiati i viandanti da cento angherie che loro imponevano i feudatari nelle giurisdizioni de’ quali conveniva loro di passare; il che sembra una prova di più delle antiche prepotenze de’ nobili sopra de’ popolari, delle quali si è superiormente trattato. Luchino promulgò provvide leggi, ch’ebbero per oggetto di preservare i poveri dall’oppressione, sollevare il popolo da’ carichi, assoggettarvi i ricchi, e togliere ai nobili ogni mezzo d’esercitare impunemente estorsioni e violenze. La politica di Luchino dispensò la plebe dall’obbligo di servire nelle guerre; e, coll’apparenza d’un pietoso beneficio, allontanò così il popolo dal maneggio dell’armi, e piantò l’ordine e la sicurezza pubblica sotto di un’assoluta monarchia. Vegliava egli sulla esecuzione di tai