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il clero e i capi di Roma, venne proclamato papa frate Pietro di Corvaria, che prese il nome di Nicolò V; e il popolo lo riconobbe come vero papa. Frate Nicolò da Fabriano allora recitò una solenne orazione, di cui il tema fu questo: Reversus Petrus ad se dixit: venit Angelus Domini et liberavit nos de manu Herodis, et de omnibus factionibus Judaeorum. Questo Pietro di Corvaria era francescano, e i francescani accusavano il papa Giovanni XXII di avere delle opinioni eterodosse sulla visione beatifica; il che anche venivagli rimproverato dai teologi di Parigi, censurando tre omelie da lui pubblicate. Il papa prima di morire ritrattò quelle sue private opinioni. Di Pietro di Corvaria ne scrivono bene alcuni, qualificandolo buono, pio e quasi contro sua voglia diventato antipapa. Egli terminò poi i suoi giorni in Avignone in carcere, dopo di avere chiesto perdono a Giovanni papa. Ciò avvenne perchè Lodovico ogni giorno di più s’andava indebolendo; e la ragione era la medesima per cui la maggior parte de’ re de’ Romani dalla Germania entrarono fortissimi nell’Italia, e videro tutto da principio piegarsi; indi poco a poco svanirono le forze loro. Nelle diete de’ principi della Germania molte volte si pensò a far cadere la dignità cesarea sopra di un principe che non avesse forze da opprimere. Eletto che egli era, secondo le leggi dell’Impero ciascun sovrano della Germania era obbligato a scortare il nuovo augusto alla spedizione romana colle sue armi. Quindi il nuovo eletto scendeva le Alpi comandando una rispettabile armata, e si trovava arbitro dell’Italia. S’inoltrava a Roma.