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Bergamo, Novara e qualche altra città. (1315) Pavia era una città forte, nemica di Milano quasi da trecento anni. Matteo Visconti fece comparire le sue armi sotto Pavia, le quali intrapresero dalla parte di Milano un finto attacco, a rispingere il quale incautamente accorsero tutte le forze del presidio. Frattanto un altro corpo di Militi di Matteo, assistito da’ corrispondenti ch’erano nella città, entrò dall’opposta parte in Pavia, guidato da Stefano Visconti, uno dei figli di Matteo; e così Pavia diventò dei Visconti l’anno 1315, e si assicurò Matteo che da quella vicina e forte città l’arcivescovo Cassone della Torre non gli avrebbe più scritte di tai lettere. I Pavesi, un secolo e mezzo prima, avevano avuta gran parte nella rovina di Milano. Ne’ meschini tuguri ove stavano appiattati i nostri maggiori a Noceto e Vicentino, risuonavano ancora i singulti degli avviliti cittadini, che temevano non incendiassero i Pavesi anche que’ tristi ricoveri. Matteo Visconti risparmiò ogni danno possibile ai Pavesi; fabbricò un castello col quale assicurarsi quella signoria, e ne confidò il comando a Luchino suo figlio. Matteo non era punto atroce, e pensava alla stabile grandezza del suo casato. Le sue armi erano confidate a’ suoi figli. Non sembra ch’egli fosse in conto alcuno uomo da guerreggiare; Marco Visconti comandava Alessandria e Tortona, Galeazzo comandava Piacenza, Luchino, Pavia, e Lodrisio, cugino di Matteo, comandava Bergamo. I figli suoi avevano ardor militare e perizia; e l’estensione del dominio n’è la prova; poichè in breve furono assoggettate Piacenza, Bergamo, Lodi, Como, Cremona, Alessandria, Tortona, Pavia, Vercelli e Novara; e così Matteo signoreggiava undici città, compresa Milano.