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svanita. Morì in Milano Mosca della Torre, e il di lui funerale si celebrò con pompa sovrana, vestendo di porpora il cadavere, e trasportandolo sotto un baldacchino alla chiesa di San Francesco. (1307) Guido della Torre rimase il capo della sua casa, e a lui venne offerta la carica di capitano del popolo per un anno, e l’accettò il giorno 17 dicembre 1307. Fu tanto gradito il governo di Guido alla città, che, al terminare dell’anno, per acclamazione pubblica, non solo venne creato capitano perpetuo del popolo, ad esempio di quanto si era fatto con Martino, con Filippo e con Napo dello stesso casato, ma di più gli venne data la facoltà di fare nuovi statuti; il quale attributo, costituendolo legislatore, gli dava la vera sovranità. Guido si mostrò sorpreso da un impensatissimo avvenimento, quando vide attorniata la sua casa dai popolari applausi; e accondiscese quasi a stento a portarsi alla sala, ove il popolo lo volle accompagnare; ed ivi dagli ottocento radunati consiglieri era aspettato per dare il giuramento della dignità. Quasi crederei sincera la sorpresa, e sincera la renitenza in Guido della Torre, il quale, dimenticando le gabbie orrende che avevano rinchiusi Napo suo zio e il marchese di Monferrato suo amico, non pensò mai a tessere insidie a Matteo Visconti, che, privo di denaro e di forze, viveva tranquillamente alle sponde dell’Adige. Guido non potè piegarsi mai alla dissimulazione, anche in tempo in cui il solo partito che gli rimaneva era quello.
Mentre Guido della Torre godeva d’una sovranità la più legittima di ogni altra, poichè spontaneamente offertagli dai voti pubblici, si preparava nella Germania la di lui rovina coll’elezione di Enrico di Lucemburgo, innalzato alla cesarea dignità. Guido,