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altre città erano internamente lacerate da’ partiti. Mentre in tale imbarazzo si trovava Matteo I, due frati si posero a predicare pubblicamente per Milano la Crociata per Terra Santa, e radunavano molta gente pronta ad abbandonare la città per le indulgenze di quella impresa. Matteo perdeva se stesso e la signoria, se avesse concesso che si allontanassero dalla patria le persone atte alle armi, nel tempo in cui aveva tanto bisogno d’essere difesa; e perciò impedì questa emigrazione: il che poi fu uno dei capi di accusa che vennero fatti a Matteo. Cercava accortamente Matteo I di fiancheggiare la sua nascente sovranità. Egli signoreggiava in Como, in Alessandria, in Novara e nel Monferrato, in qualità di capitano temporario del popolo di quei luoghi. Era stato eletto imperatore Adolfo conte di Nassau, l’anno 1292; e Matteo cautamente spedigli persona che lo impegnasse in favor suo, affine di ottenergli il titolo di vicario imperiale. Non cercava Matteo la signoria della sola città sua patria; più vaste erano le sue mire, e nulla meno desiderava che d’essere signore della Lombardia tutta. (1294) Il nuovo cesare era poco sicuro sul suo trono; nella Germania aveva un potente partito contrario, al quale finalmente dovette piegarsi. I denari dell’Inghilterra non furono inefficaci presso di lui; e non senza ragione crediamo noi che i doni e le promesse di Matteo avranno indotto quell’augusto a spedire a Milano, siccome fece nell’aprile dell’anno 1294, quattro legati cesarei; i quali, introdotti nel pieno generale consiglio, vi pubblicarono l’imperiale diploma, in cui Matteo Visconte veniva dichiarato vicario imperiale in Milano