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un funerale. Non sarà forse discaro il leggere qual giuramento facesse Matteo Visconti come capitano del popolo per cinque anni; il Corio ce lo ha tramandato: Ad honorem Domini nostri Jesu Christi, et gloriosae Virginis Mariae, suae matris, et beati Ambrosii confessoris nostri, et beatorum Vincentii, Agnetis, Dionisii, et omnium sanctorum, sanctae matris Ecclesiae, et summi pontificis, et domini regis Romanorum, et ad conservationem Status venerabilis patris domini Othonis, sanctae mediolanensis Ecclesiae archiepiscopi, et ad bonum, tranquillum et pacificum statum populi et communis Mediolani, ac omnium amicorum, et ad mortem et destructionem marchionis Montisferrati, et ejus omnium sequacium, vos, domine capitanee, così a Matteo Visconti diceva Francesco da Legnano, vos, domine capitanee, jurabitis regere populum Mediolani ab hodie in antea, ad annos quinque proxime venturos, bona fide, sine fraude, et quod custodietis et salvabitis ipsum populum... et statuta... et si deficerent, servabitis leges romanas. I signori della Torre avevano il capitaniato del popolo, perpetuo nelle loro persone; poi si fece un annuale capitano; indi Matteo Visconti l’ebbe per cinque anni. Nel giorno di sant’Agnese, Ottone Visconti vinse i Torriani a Desio; nel giorno di san Vincenzo, Ottone s’era impadronito di Milano; nel giorno di san Dionigi, erano ultimamente stati sconfitti i Torriani a Vaprio: ecco il motivo per cui que’ tre santi furono nominati. Per conoscere poi il cambiamento felice de’ nostri costumi, si veda se oserebbe ora più alcuno, assumendo una solenne dignità, di promettere mortem et destructionem marchionis Montisferrati, et ejus