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e nel 1255, al 5 di febbraio, Alessandro IV scrisse ai vescovi di Novara e di Tortona, ordinando loro che ponessero in Milano i Francescani in possesso della basilica e canonica di San Nabore; il che fu eseguito senza nemmeno vi fosse nominato l’arcivescovo. Il papa medesimo comandava ai frati di abbandonare il rito ambrosiano. Così, era affatto annientata l’autorità del metropolitano, di cui ho dato cenno sul fine del capitolo primo. La pontificia romana autorità ordinava che più non si riedificasse la fortezza di Cortenova nella diocesi di Bergamo. Ordinava che i Milanesi si portassero a conquistare il castello di Mozzanica. Questi ordini venivano scritti all’inquisitore, acciocchè egli comandasse alla Repubblica con apostolica autorità. Ordinava che si entrasse nel castello di Gattedo; che colla forza se ne dissotterrassero i cadaveri e si abbruciassero; che tutte quelle case si demolissero; e ciò perchè Egidio, conte di Cortenova, Uberto Pelavicino, Manfredo da Sesto, Roberto Patta di Giussano erano qualificati fautori di eretici. Non farà dunque maraviglia se nessun cenno si fa dell’arcivescovo nel pegno di questo calice, ma bensì del legato. In questa carta è pur meritevole di osservazione il vedere che già eravi l’uso delle ferie, e il privilegio di non essere chiamati in giudizio i debitori in que’ giorni feriati. Si osserva che il podestà era eccettuato dalla scomunica, perchè, col terminare dell’anno, cessava ogni potere in lui. Finalmente veggonsi chiaramente indicati i tre partiti dei Capitani, della Motta, e la Credenza di Sant’