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nell’archivio di Sant’Eustorgio tuttavia. L’anno 1233 era podestà di Milano Oldrado da Tresseno, lodigiano, il quale, secondando le mire dell’Inquisizione, consegnò alle fiamme non pochi cittadini. La figura equestre di questo podestà mirasi anche al presente, a basso rilievo in marmo, nella facciata verso mezzo giorno della sala del consiglio della Repubblica, ora l’archivio pubblico; e nell’iscrizione leggesi l’encomio d’aver bruciato i Cattari: Catharos ut debuit uxit, barbarismo postovi per far la rima col verso leonino: Qui solium struxit, Catharos ut debuit, uxit. Il Fiamma, riferendo le gesta di questo podestà, dice: In marmore super equum residens sculptus fuit: quod magnum vituperium fuit. Hic primo haereticos capere fecit. Il conte Giulini non crede che questa sia stata cosa nuova di così procedere cogli eretici; ma non allega fatto alcuno antecedente, nè alcuna prova. Il supplizio dato agl’infelici abitatori del castello di Monforte fu una violenza militare che non aveva appoggio di legge, non tribunali o metodi costanti che ne formassero la sanzione. Ora si tratta di sistema. (1228) Noi abbiamo Tristano Calchi, il quale ci insegna che nell’anno 1228 furono pubblicate queste nuove leggi penali contro gli eretici: Novae leges latae adversus haereticos, quorum multiplices, et inauditis nominibus distinctae sectae erant; nam praeter Patarenos, quorum supra in Arnulpho memini, Cathari, Carani, Concoretii, Fursici, Vanii, Speronistae, Carantani, Romulares nuncupabantur; haecque labes non minus ad foeminas, quam viros pertinebat. Ita utrique sexui irterdicta superstitio est: proposita poena capitis, et domorum destructionis iis qui in ea perseverarent, aut tecto reciperent, alioque juvarent. Et subsequente anno, mense