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e questo fu il primo podestà di Milano. Per evitare l’invidia venne proclamato un Piacentino, e fu Uberto Visconti. L’autorità confidata a questo magistrato era per un anno; e il vizio costituzionale era tale, da ricorrere al disperato partito di abbandonare vita, roba e libertà senza limite a un temporario sovrano. L’anno vegnente fummo diretti dai consoli, e così per quattro anni ci riuscì di eleggerli. Poi l’anno 1191 fummo costretti a chiamare un Bresciano, che dominasse per sei mesi; sinchè fosse eseguibile l’elezione de’ consoli, e questo podestà fu Rodolfo da Concesa. (1201) Sul principio del secolo decimoterzo ancora maggiori variazioni accaddero; poichè nel 1201, temendo forse di collocare in un uomo solo l’autorità, ovvero ostinandosi i tre partiti ciascheduno a sostenere il podestà da lui proposto, venne confidato il governo a triumviri, e furonvi tre podestà. (1202) L’anno vegnente 1202 tante fazioni vi furono per eleggere chi governasse, che commissum fuit Anselmo de Terzago, quod provideret secundum suam discretionem de regimine civitatis; qui elegit duos consules, qui regerent per annum. (1203) L’anno immediatamente seguente, cinque podestà ressero Milano. (1204) Poi, nel 1204, due podestà. I partiti, sempre animati, scindevano la città in guisa che realmente l’unica libertà era quella di nominare il dispotico ogni anno; e finito quel breve tumulto popolare, ogni cittadino serviva al podestà. In mezzo a questa deformissima costituzione, i beni de’ privati erano in preda alle rapine de’ potenti, i quali, abusando di alcune formalità legali, e facendo pronunziare da alcuni giudici delle sentenze vendute, usurpavano gli altrui fondi. (1205) Quindi in una concordia