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Repubblica. I nobili del primo ordine chiamavansi capitani, e formavano la Credenza dei consoli; e i nobili valvassori, i quali in origine erano come sottofeudatari dipendenti dai capitani, formavano La Motta; nome che presero dal sito d’una zuffa datasi fra Lodi e Milano, fra i capitani e i valvassori. Così v’erano tre consigli in Milano, uno di quattrocento, l’altro di trecento, il terzo finalmente di cento consiglieri. Siccome la sovranità risedeva realmente nella riunione di questi tre consigli, gelosi e rivali reciprocamente, è facil cosa l’immaginarsi in quale incertezza e sotto qual torbido cielo si trovasse allora la costituzione civile durante il fine del secolo duodecimo, e nel corso di quasi tutto il secolo decimoterzo. Queste intestine discordie furono poi la cagione per cui lo stato di repubblica finalmente, dopo dissensioni e turbolenze incessanti, cadesse in quello del governo d’un solo; rimedio unico per una inveterata anarchia procellosa. Da principio ogni anno si creavano i consoli, presso de’ quali stava il governo della città; ma tante dissensioni e tante difficoltà s’incontravano nel momento di sceglierli, che, per disperazione, conveniva crearsi un dittatore per un determinato intervallo, sotto il dispotismo del quale calmandosi le fazioni, si potesse poscia procedere all’elezione de’ magistrati. Questa verità non è stata sinora chiaramente annunziata: confusissime anzi ho ritrovate le memorie de’ nostri scrittori; ma tutti i fatti ce la provano ad evidenza. Nel 1186 dovettero i Milanesi creare un magistrato dispotico, col nome di podestà, perchè tutta l’autorità era in lui collocata;