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segnata in Reggio agli 11 febbraio 1185, e pubblicata dal Puricelli, a noi rinunziò omnia regalia quae Imperium habet in Archiepiscopatu Mediolanensi, sive in comitatibus Seprii, Martesanae, Bulgariae, Leucensi etc.. Nella carta medesima si vede che Federico, ad istanza dei Milanesi, si obbligò a procurare che si riedificasse Crema, e si sarebbe opposto a chiunque tentasse di frastornarne il risorgimento; e promise in oltre che non avrebbe fatto altra lega con altra città di Lombardia senza il consenso de’ consoli di Milano. Così giurò, e promise di far giurare anche il suo figlio Enrico, già eletto re de’ Romani, entro quel termine, che sarebbe piaciuto ai consoli ed al consiglio di Milano di assegnare: ad terminum quem consules Mediolani com Consilio credentiae nobis dixerint. I Milanesi, in ricompensa, si obbligarono a garantire all’imperatore gli Stati suoi d’Italia, e singolarmente le terre della contessa Matilde. In questa carta vi si legge espresso il patto che se mai l’imperatore, ovvero il re Enrico, avessero contravvenuto a quanto fu stipulato nella pace di Costanza, la repubblica di Milano sarebbe stata disobbligata dalla garanzia; e se mai alcuna città della lega avesse mancato di tributare all’imperatore quanto nella pace di Costanza erasi promesso, la repubblica di Milano avrebbe assistito colle sue forze l’imperatore per ottenergli una condegna soddisfazione. Finalmente i Milanesi promisero che non avrebbero contratta veruna speciale alleanza con altre città di Lombardia, eccetto la confederazione, ossia lega lombarda, a meno di ottenere l’assenso dell’imperatore e