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dispiacere che nelle chiese vi fossero ornamenti d’oro o d’argento, e i Milanesi cessarono di esporli: ad nutum quidem hujus abbatis, omnia ornamenta ecclesiastica, quae auro et argento palliisque in Ecclesia ipsius civitatis videbantur, quasi ab ipso abbate despecta, in scrineis reclusa sunt. Tutto venne a prendere quell’aspetto che insinuava quel celebre santo, al di cui cenno i popoli europei passavano a guerreggiare nell’Asia, e riconoscevano o abbandonavano i sovrani ed i pontefici. Tanto era il potere dell’opinione generalmente sparsa di lui! Il popolo di Milano, poichè era scacciato l’arcivescovo Anselmo Pusterla, accorse a San Bernardo, che stava alloggiato vicino a San Lorenzo, e con acclamazione lo voleva arcivescovo. Il santo aveva più vasti affari da reggere, e disse alla moltitudine, che nel seguente giorno egli si sarebbe posto a cavallo, e che se il cavallo l’avesse condotto lontano dalla città non sarebbe stato arcivescovo, e così appunto fece e se ne partì: Ego in crastinum ascendam palafredum meum, et si me extra vos portaverit, non ero vobis quod petitis, ac sic a Mediolano recessit. Così Milano riconobbe papa Innocenzo e imperatore Lottario; e partito che fu San Bernardo, i suoi monaci, dice Landolfo al luogo citato: per civitatem euntes, collectam multam de auro et argento et rebus pluribus sibi fecerunt, e con questi mezzi fondarono i due monasteri di Chiaravalle e di Moribondo, così nominati ad imitazione di due già stabiliti in Francia, i quali avvenimenti accaddero l’anno 1134. L’arcivescovo Anselmo, scacciato così dalla sua sede, per essere stato del partito di Anacleto,