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scrittori. Orderico Vitale, scrittore di que’ tempi, ci racconta che questo esercito si accostò verso Gerusalemme, e in una battaglia verso Gandras fu malamente battuto, onde i fuggitivi si ricoverarono a Costantinopoli; ma i geografi non ci sanno dire in qual luogo trovisi questo Gandras. Radolfo, che scrisse le imprese di Tancredi, sotto del quale militava, ci lasciò scritto che l’arcivescovo Anselmo da Boisio fu battuto dai Saraceni sotto Danisma; ma nemmeno Danisma si trova in nessuna carta geografica. L’abate Uspergense in vece c’insegna che la battaglia seguì: contra terram Coritianam, quae est Turcorum patria; ma nemmeno questa terra è conosciuta nella geografia; e la patria de’ Turchi, se crediamo a Pomponio Mela ed a Plinio, è nei contorni delle paludi Meotidi, ovvero fra l’Eusino e il Caspio, nelle vicinanze del Caucaso; parti del mondo assai sviate per coloro che dalla Lombardia cercavano di passare in Babilonia o nella Terra Santa. Guglielmo Tirio, che è riputato il più sicuro scrittore di quelle guerre di Terra Santa, non fa menzione alcuna della spedizione dell’arcivescovo di Milano Anselmo, nè delle disgrazie del suo esercito. L’arcivescovo morì in Costantinopoli l’anno 1110, e Landolfo il Giovine ce ne indica la malattia; ei morì di tristezza. Questo buon Anselmo da Boisio ce lo qualifica Landolfo il Giovine, per un povero uomo, semplice, timido, e ironicamente lo chiama nel testo riferito: ad vocem hujus prudentis viri. Probabilmente a queste disposizioni del di lui animo egli doveva la sua dignità. Questo moderatissimo prelato, se per il merito dell’obbedienza aveva animato i suoi a prendere le armi per combattere gl’infedeli; poichè si vide affaticato da un assai lungo viaggio; trasportato in