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nome a quanto a lei piacque. Morì Anselmo da Ro, e il legato romano elesse per arcivescovo Anselmo da Boisio, che ebbe il bastone pastorale dalla contessa Matilde, e il pallio dal papa; e si pose a esercitare il suo ministero senza dipendenza alcuna, nè dall’imperatore Enrico nè dal re Corrado. Assoggettata così la dignità del metropolitano, e resa dipendente, si può a quest’epoca fissare il primo germe della repubblica milanese: poichè, se in prima l’arcivescovo godeva, per l’eminenza del suo grado, una sorta di principato nella città; ora i nobili e la plebe, vedendolo ridotto all’obbedienza, poterono bensì conservare una rispettosa deferenza al di lui sacro carattere, ma non vi trovarono più quella distanza che l’opinione deve collocare fra chi obbedisce e chi comanda. Perciò, verso la fine del secolo undecimo, si crearono per la prima volta i consoli della repubblica milanese, e con questa nuova magistratura si venne a formare una sovranità che rappresentava tutto il popolo, e si vennero ad abolire gli ufficiali regii. L’arcivescovo dovette subordinare a questo senato persino i decreti sinodali, acciocchè venissero confermati coll’acclamazione fiat, fiat, quando piacevano. In fatti nel 1100 dovette l’arcivescovo ottenere il consenso di que’ magistrati, perchè si accordasse franchigia a chi veniva a certa solennità del Santo Sepolcro in Milano. Come poi questi consoli allora venissero eletti; se dai soli nobili, ovvero promiscuamente; quanti allora fossero; quando la loro dignità durasse, le memorie di quei tempi non ce lo insegnano. Certo è però che monete nè di Corrado nè col nome della Repubblica non ve ne sono; e che le