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tracce del padre. Sotto due regni attivi e rispettati, nulla poteva somministrarci la storia d’una città la quale non influiva nel regno italico se non colla sagacità dell’arcivescovo metropolitano; importantissima sotto un monarca debole, e annullata sotto di un vigoroso. Durante la dominazione di Ottone I e di Ottone II per lo spazio di ventidue anni, sino al 983, Milano obbedì e rimase tranquilla. Morì Ottone II in Roma, e colla di lui morte ritornò l’anarchia per quasi sei anni, ne’ quali non si riconobbe verun re, giacchè il fanciullo Ottone III era il soggetto delle dispute in Germania fra chi voleva essergli tutore, e gl’Italiani non conoscevano loro sovrano se non quello che fosse stato incoronato re d’Italia in Italia. Le carte di quell’epoca portano la data dell’incarnazione senza nominare il sovrano, siccome era e fu per lungo tempo il costume. Venne in Italia poi l’imperatrice Teofania correggente, e madre del giovine Ottone; il quale, coll’opera di lei, fu riconosciuto per sovrano; poi venne in Roma incoronato imperatore nel 996 da Brunone, ch’ei fece papa ed ebbe nome Gregorio V. L’imperatore Ottone III, contenendo l’ambizione dell’arcivescovo, soddisfaceva la di lui vanità, quando, nel 1001, lo destinò suo ambasciatore all’imperial corte di Costantinopoli per ricercare agli augusti Costantino e Basilio la principessa Elena in isposa. Descrive Landolfo quest’ambasciata, ed io lo farò colle parole di lui: Archiepiscopus, magno ducatu militum stipatus, quos pellibus martullinis, aut cibellinis, aut rhenonibus variis, et hermellinis ornaverat, quibus imperator mirifice eum imbuerat, si portò alla corte di Costantinopoli e si presentò ai greci augusti: Episcopalibus indumentis ornatus cum stola, sine qua nunquam foris, aut in civitate, ullis negotiis intervenientibus,