Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
90 |
CAPO QUARTO
(950). Già erano trascorsi più di sessanta anni dacchè l’Italia non aveva più connessione alcuna co’ regni di Francia nè con quello di Germania, quando Berengario marchese d’Ivrea ascese sul trono italico l’anno 950. Gl’Italiani eleggevano liberamente un re, e il Papa lo incoronava imperatore. Frattanto nella Germania erano succeduti a Carlo il Grosso Arnolfo di lui nipote, poi Lodovico, figlio di Arnolfo, nel quale finì il sangue di Carlo Magno: a questo fu sostituito Corrado I, conte di Franconia, indi Enrico I duca di Sassonia, a cui succedette Ottone I, che già da quattordici anni regnava sulla Germania, quando il Marchese d’Ivrea fu incoronato in Pavia. Questi re di Germania, sebbene non dimenticassero l’Italia, e pensassero a regnarvi scacciandone quelli che la dominavano col titolo di Re o d’Imperatore, non ebbero però nè occasioni nè mezzi per eseguirne il disegno. Già si è veduto come il duca del Friuli Berengario I, per opera dell’arcivescovo Anselmo, ottenesse il regno d’Italia; poi da Giovanni X sommo pontefice fosse incoronato imperatore. Si è pure veduto come i duchi di Spoleti, Guido, poi il di lui figlio Lamberto, da Stefano V incoronati augusti, regnassero interrottamente. Questi Italiani, innalzati al trono italico ed alla dignità imperiale, dai Tedeschi vennero considerati come usurpatori, non meno di quello che consideravano Rodolfo, Ugone e Lotario, Svizzeri e Pro-