Pagina:Storia delle arti del disegno III.djvu/656

34

che il tempio fosse fabbricato sopra un’alta sustruzione; quasichè tutto il monte fosse una sustruzione del tempio. Al più poteva dire sopra un alta sommità, che sommità si dice anche crepido1, intendendo di tutto il monte, senza riguardo alle sustruzioni fattevi da molte parti. Queste sustruzioni non erano fatte per il tempio immediatamente, ma per il monte. Per il tempio Tarquinio Superbo dovette gettare nuove profondissime fondamenta, perchè l’area, secondo Dionisio, tra le sustruzioni, e il sasso vivo era un terrapieno. L’area era grandissima, e il tempio ne occupava una ben piccola parte, come fi può vedere nella figura presso il Nardini2, ed altri antiquari. Dunque Dionisio non poteva, e non doveva dire, che il tempio era fondato sopra un’alta sustruzione. Di più. Dionisio in tutto il suo discorso fa questa serie. Tarquinio Prisco appianò il monte per fare un’area vasta: Tarquinio Superbo gettò le fondamenta, alzò una parte del tempio, ma non lo potè finire: poi segue: Extructum autem, ac fundatum fuit super crepidine alta, octo jugerum ambitu, pedum ferme ducentorum singula latera habens: pari longitudine, ac latitudine, ne quindecim quidem integrorum pedum differentia. Etenim templum, quod supra eadem fundamenta patrum nostrorwn ætate post incendium fuit ædificatum, solo luxu, ac materiæ magnificentia a prisco differt, ut compertum est. Come mai, sig. Cavaliere, se avete letto tutto il contesto di questo discorso, non avere badato, che Dionisio dopo aver detto fatte le sustruzioni al monte, e gettati i fondamenti del tempio, non dovea tornare a dire, il tempio è poi stato fabbricato sopra un’alta sustruzione? Come non avete capito, che seguita a parlare dei fondamenti sopra terra, e del resto, che vi fu alzato sopra dal secondo Tarquinio; e che per conseguenza quell’alta crepidine era appunto il basamento, lo zoccolo, che circondava il tempio, detto crepidine, non ἀνάλημμα analemma, che ha usata Dionisio poco prima per sustruzione; e che questo basamento colla scalinata vi doveva essere, almeno al tempo di Dionisio, perchè da tre parti il tempio aveva il colonnato, di due ordini ai lati, e di tre alla facciata, dalle quali parti era necessaria la scalinata, come si vede agli altri tempj con portici attorno? Almeno potevate badare a quel octo jugerum ambitu, circonferenza di otto jugeri, o pletri, che mai non poteva riferirà alle sustruzioni, le quali circondando il monte da molte parti, col monte stesso, che faceva l’area, occupavano un’ampiezza di gran lunga maggiore. Prosegue Dionisio a dire, che la circonferenza di otto pletri si divideva in quasi ducento piedi per parte in largo, e in largo, con una differenza di circa quindici piedi: misure, che bene corrispondono, come osserva il Nardini3: poi aggiugne, che il tempio rifabbricato in appresso sopra gli stessi fondamenti, era soltanto diverso dal primo per ricchezza, e magnificenza. Quell’eadem fundamenta, gii stessi fondamenti, si riferisce a extructum, ac fundatum super crepidine alta. Alzato, e fondato sopra un alto basamento; non mai a sustruzioni.

La cosa mi pare troppo manifesta. Ma affinchè restiate più sicuro, che la parola κρηπίς crepis adoperata da Dionisio, e κρηπίδωμα crepidoma

  1. Vedi Roberto Stefano, l’Hofmanno il Passerazio, il Forcellini, e gli altri Lessici a questa parola.
  2. Lib. 5. cap, 11.
  3. Lib. 5. ap. 15.