Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
33 |
di quegli altri autori, che non vi siete compiaciuto di nominare, perchè sono certo, e tanta confidenza m’ispira a dirlo la lettura, che ho fatto, che ve li siete sognati. Ma un passo di Dionisio Alicarnasseo al lib. 4. pag. 259., proseguite a dire, chiaramente conferma la nostra opinione. Parlando del tempio di Giove Capitolino fatto da Tarquinia Superbo sopra le sustruzioni fatte da Tarquinio Prisco, e da esso descritte nel libro antecedente, dice: fundatum est in alta crepidine octo jugerum ambitu ec. Dunque altro è il fondamento, altro la scalinata, che vi posava sopra. Sarebbe bella mo, sig. Cavaliere, se questo passo, come tutti gli altri, in vece di confermare chiaramente la vostra opinione, confermasse la mia, come vi dissi al principio, e fosse per voi un’assoluta condanna. Riportiamo i passi di Dionisio, e lo vedremo.
Comincia questo Scrittore nel libro terzo1 a dire di Tarquinio Prisco, che appianò il monte Tarpeo, detto poi Capitolino, con delle sustruzioni da molte parti; ma che non potè gettare i fondamenti del tempio, gettati da Tarquinio Superbo: Collem, ubi templum erat fundaturus, laboriosa egentem opera (neque enim aditu facilis, neque planus erat, sed præruptus, & fastigiatus) multis ex partibus substructionibus circumdedit; atque spatium, quod erat inter ipfis substructiones, & collis verticem aggesta multa terra planum effecit, & ad excipiendas sacras ædes aptissimum. Templi autem fundamenta jacere non potuit, quod post bellum confectum quadriennium tantum vixisset. Sed multis post annis Tarquinius, qui tertius ab illo regnavit, & qui regno expulsus fuit, fundamenta fecit, & magnam illius ædificii partem fecit. Nel libro quarto2 dopo avere anche accennato, che il monte fu fatto piano da Tarquinio Prisco, torna a scrivere, che Tarquinio Superbo scavò, e gettò i fondamenti del tempio, nello scavare per li quali fu trovata la tedst di un uomo, che parea di fresco recifa dal busto, intorno al quale prodigio furono consultati gl’indovini, e fu poi chiamato il monte da quella parte Capitolino: quindi seguitano le parole, che c’interessano: Dum fundamenta foderentur, & ipsa fossa jam valde profunda esset, inventum caput hominis recens cæsi . . . . Extructum autem, ac fundatum fuit super crepidine alta, octo jugerum (meglio fecondo il greco plectororum, misura più piccola dello jugero) ambitu, pedum ferme ducentorum singula latera habens: pari fere longitudine, ac latitudine, ne quindecim quidem integrorum pedum differentia. Etenim templum, quod supra eadem fundamenta patrum nostrorum ætate post incendium fuit ædificatum, solo luxu, ac materiæ magnificentia a prisco differt, ut compertum est. Anche Tito Livio3 scrive, che Tarquinio Prisco fece l’area su quel monte per alzarvi il tempio, fondato poi da Tarquinio Superbo, il quale spese nei soli fondamenti some immense4.
Voi dunque, sig. Cavaliere, pretendete, che quel crepidine alta siano le sustruzioni fatte al monte da Tarquinio Prisco. State attento con me. Dionisio scrive, che Tarquinio Prisco appianò il monte con delle sustruzioni da molte parti. Dunque non da tutte: dunque non poteva poi dire,