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sull’Architettura degli Antichi. |
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§. 33. Di edifizj rotondi con volta, o cupola, non se ne fanno in Grecia che sei nominati da Pausania. Un tempio era accanto al Pritaneo d’Atene1; un altro si vedeva in Epidauro2, vicino al tempio d’Esculapio, architettato dal celebre scultore Policleto, e ornato con pitture di Pausia, cui si era dato il nome di Tholus per motivo della sua volta3; il terzo era a Sparta, ove stavano le statue di Giove, e di Venere4; il quarto, edifizio profano, era in Elide5; e il quinto a Mantinea6, chiamato il focolare comune (ἑστία κοινή). V’erano in altre parti degli edifizj, che portavano un nome stesso, come quello di Rodi7, e quel di Cauno nella Caria8. Finalmente il sesto di quegli edifizj era il tesoro di Minia a Orcomene9. Quantunque sulle pietre intagliate, nelle quali è rappresentato il corpo d’Ettore strafcinato intorno alle mura di Troja, si veggano dei tempj rotondi, non se ne dovrà conchiudere, che questi tempj avessero una tal forma veramente. Sulla nave di straordinaria grandezza, che Tolomeo Filopatore re d’Egitto fece costruire, v’era fra gli altri un tempio rotondo consecrato a Venere10, e sappiamo, che sulle navi degli antichi11 solevano alzarsi delle torri rotonde di muro con tetto a vol-
- ↑ Paus. lib. 1. cap. 5. pag. 12.
- ↑ id. lib. 2. cap. 27. pag 172.
- ↑ Pausania scrive, che si chiamava Tholus Θόλος anche il primo nominato di Atene. Vitruvio lib. 7. prtfat. nomina un edifizio a Delfo chiamato pure Tholus, e lib. 4. cap. 7. dà le regole per fare tempj rotondi. Secondo Aristotele, o altri, che sia l’autore, De mirab. auscult. oper. Tom. iI. pag. 726. in fine, le fabbriche a cupola doveano essere molto in uso fra i Greci: e ivi si parla di molte consimili fatte da tempi antichissimi nell’isola di Sardegna. Erano però tutte cupole basse molto, e piuttosto volte rotonde, anziché dell’altezza, e forma delle cupole, che si sono fatte ne’ tempi moderni, com’è quella di s. Pietro in Vaticano. Sarà interessante la serie storica di queste cupole all’uso moderno, che darà il più volte lodato signor cavaliere d’Agincourc nella sua continuazione della Storia delle Arti del Disegno. Può vedersi anche le Roy Ruines, ec. Essai sur l'hist. de l’archit. pag. XVI. segg. Questi osserva Tom. iI. par. 2. pag. 49. seg.; che i monumenti greci ancora esistenti, dai quali possiamo trarre qualche idea delle fabbriche rotonde, sono la Torre de' venti, di cui dà la figura Tom. iI. pl. 3.; e il monumento elevato a Lisicrate, amendue in Atene, di cui porta la figura nel Tom. I. pl. 19. 34. e 35.
- ↑ id. lib 3. cap. 14. pag. 237. in fine.
- ↑ id. lib. 5. cap. 20. pag. 429. lin. 15.
- ↑ id. lib. 8. cap. 9. pag 616. in fine
- ↑ Constant. Porphyr. Exc. Polyb. lib. 28. pag. 138.
- ↑ Appian. De bello mitrid. p. 185. D.
- ↑ id. lib. 9. cap. 38. pag. 786.
- ↑ Athen. Deipnos. lib. 5. c. 9. pag. 205. E.
- ↑ Descript des pierr. grav. du Cabin. de Stosch, class. 6. n. 66. seqq. pag. 538. 539.