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sull’Architettura degli Antichi. | 35 |
quelle di mattoni: ciò che si prova ad evidenza, mentre dopo quella descrizione comincia a trattare particolarmente delle mura di mattoni, senza parlar di tal maniera nè egli, nè i suoi commentatori. Servendoli di quella forte di lavoro i Romani sono arrivati a fare de’ muri immensi, che aveano sino a nove, e tredici palmi di grossezza1. Anche i moderni hanno fatti simili muri, e di mattoni intieri, come è quello, fu cui posa la cupola di S. Pietro in Vaticano, grosso quattordici palmi.
§. 2?. Pare che di un somigliante lavoro fossero costrutte le mura di Babilonia; perciocchè la parola αἱμασιὴ usata da Erodoto2, in vece di cui altri3 leggono αἴρπεζον, significa quella specie di fabbricato, e non già come pretende Bouherio4, muri fatti di pietre gettate alla rinfusa; ma saranno state, come presso i Romani, con dei corsi di mattoni posti con ordine. Che i mattoni arruotati siano stati in uso non può assicurarsi5. Oggidì però gl’intieri muri esterni di qualche edifizio si veggono fatti con quella sorte di mattoni; e tali sono fra gli altri quelli della chiesa della Madonna de’ monti a Roma, e quelli del palazzo del duca d’Urbino6. I mattoni, che vogliono adoprarsi per li muri, e non per li pavimenti, si fanno più larghi alle due estremità, che nel mezzo, affine di poterli collocare sodamente gli uni sopra gli altri quali senza calce; perocchè si mette la calce soltanto internamente dalla parte, ove i mattoni non si toccano7. Per tal ragione le commessure dei muri fatti con
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- ↑ Per meglio comprendere qual uso facessero gli antichi de’ mattoni, e come praticassero la riempitura, gioverà assai l’osservare le fabbriche di Pozzuolo, Cuma, e Baja, delle quali da un saggio il P. Paoli nella Tav. 67. In essa potrà osservarsi, che oltre il formare il muro con mattoni al di fuora, riempito con rottami e calce al di dentro, ponevansi a certe distanze mattoni stragrandi, che formavano come una carena. Tali si vedono pure nelle mura di Roma fatte da Aureliano, delle quali parlammo qui avanti pag. 32. n. a., e in altre fabbriche.
- ↑ lib. 1. cap. 180. pag. 85.
- ↑ Eusthat. ad Odiss. Σ' pag. 1851. l. 25.
- ↑ Dissert. Herod. pag. 43.
- ↑ Può assicurarsi certamente, essendone fatta la fabbrica, di cui parla Winkelmann qui appresso al Capo iI. §. 18.
- ↑ Memorie d’Urbino, cap. 3. pag. 46.
- ↑ Si può anche intendere dei mattoni, i quali al di fuori comparivano intieri, ma