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gran quantità di pitture, e di statue, come scrive Diodoro, riportatevi da Scipione Africano il secondo quando prese Cartagine. Cicerone, da cui abbiamo questa notizia1, parla anche di un famoso tempio d’Ercole in quella città, e di molti monumenti di Segesta, Siracusa, Enna, ed altre città dell’isola. La popolazione d’Agrigento ascendeva, secondo Potamilla presso Diogene Laerzio2, a ottocentomila abitanti, che dovette ridursi a molto meno dopo i Cartaginesi, come può arguirsi da Platone3 per tutta la Sicilia. E per verità queste fabbriche, e quella in ispecie del tempio di Giove Olimpico, come scrive Diodoro, ci danno una grande idea della ricchezza, e magnificenza di quel popolo. Del tempio di Giove Olimpico se ne è parlato a lungo qui avanti alla p. 126. seg. per ispiegare il passo, in cui Diodoro lo descrive. Ma qui dopo aver meglio esaminate le proporzioni del tempio detto della Concordia, vorrei farvi qualche altra riflessione. La maniera di parlare di Diodoro non può negarsi, che sia equivoca. Sopra tutto fa equivoco il portico avanti, e dietro, ch’egli vi mette. Questo a prima vista pare che debba intendersi di un portico con colonne: eppure non dovrebbe aver avuto colonne; ma dovrebbe essere stato un portico interno a modo di un vestibolo, chiuso dalle mezze colonne, e dal muro come ai lati: e ciò primieramente, perchè Diodoro nomina i portici; ma non parla di colonne isolate, o intiere: in secondo luogo, perchè se ben si riflette, pare impossibile, che si fossero potuti trovare pezzi di pietra così lunghi da servire per architrave, e regger il peso di sopra. Supponendo gl’intercolonnj di un semplice diametro, o grossezza di colonna, che era di dodici piedi, dovevano essere lunghi i pezzi di pietra ventiquattro piedi, ossia due diametri per arrivare al mezzo delle due colonne. Da questa difficoltà forse nacque, che l’architetto volendo fare un tempio sì vasto, e di colonne tanto grosse, si vide costretto a scegliere quella forma di falso-alato per far reggere gli architravi dai muri fra le colonne. Così supponendo, che Diodoro abbia


an-
  1. in Verr. act. 2. lib. 4. edit. Olivet.
  2. lib. 8. segm. 63. Tom. I. pag. 532.
  3. Epist. 8, oper. Tom, iiI. pag. 353. in fine.