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ha creduto Winkelmann, ed altri. Il bue è un animale troppo frequente nelle monete di tante altre città, principalmente della Magna Grecia, e della Sicilia, per non doverlo subito credere un Api; al quale neppure si potrebbe riferire, perchè quello della moneta, che ripetiamo, non mostra di avere il solito globo fra le corna1. Il Tau, o piuttosto il fallo, come io credo col ch. Visconti2, che si volea prendere per un altro segno di cosa egizia, è pure cosa equivoca; essendo piuttosto in questa moneta il segno celeste di Venere, o altro incognito, quale si vede a un di presso in altra moneta del museo Borgiano in Velletri, in oro assai piccola col tipo del leone, che sbrana un cervo, solito vederli nelle monete di Velia; e nel rovescio, per quanto pare, un Ercole, che combatte colla clava: e qualche somiglianza con questo segno si vede nelle monete di Siracusa nella lettera Ϙ, che si crede un K, o coph3. Sulla coscia del bue in questa moneta non si vede segno alcuno; cosicchè la lettera, che si vede nell’altra, può esservi stata impressa dopo, come si sa di altre. Bensì sotto al bue si vede altra lettera, che nella moneta degli Editori Milanesi pare una foglia, o altra cosa. Winkelmann giudicando nella prima edizione della Storia, che quella moneta fosse egiziana, precipitò il suo giudizio, forse come nelle tre monete nominate da Pococke, da lui nella stessa pagina citata credute anche egiziane, sebbene non coniate prima dei Persi. Pococke nulla ne dice per l’antichità, e non ne dà la figura. Solamente trovo nell’altra sua opera delle iscrizioni4, che dà l’elenco di varie monete del tempo dei Tolomei, e degl’imperatori Romani, alcune delle quali egli possedeva.

XVI. Capitello d’ordine jonico esistente nella chiesa di s. Lorenzo fuor delle mura di Roma, nelle cui volute si vede una lucertola da una parte, e una ranocchia dall’altra. Se ne è parlato a lungo qui avanti pag. 55. segg., ove si è anche fatto vedere, che non è nè di quella antichità, nè di


quel-


  1. Vedi Tom. I. pag. 451.
  2. Mus. Pio-Clement. Tom. iI. Tav. 16. pag. 36. segg.
  3. Vedi lo Spanhemio De præst. & ufo num. dissert. 2. num. 3. pag. 95. seg.
  4. Inscriptiones græcæ, & romana, edita anno 1752., pag. 95. seg.