Marte. Scrisse il nostro Autore1, che quel nume non si trova effigiato colla barba: ma ora possiamo dire il contrario molto più sicuramente dopo la scoperta della statuetta del Marte Ciprio in marmo bianco, fatta in Gubbio l’anno 1781. Ha ciò egregiamente osservato il signor conte Ranghiasci, che pubblicò la figura in rame colle sue dotte riflessioni, prima in una dissertazione inserita nella Raccolta degli opuscoli scientifici del P. Mandelli2, e poi nelle giunte, e correzioni ad essa pubblicate in Perugia al principio dell’anno 1784. In quelle dunque osserva colla scorta della sua statua, che sia pure un Marte, e forse l’originale di essa, la famosa statua gigantesca del Campidoglio pubblicata finora per un Pirro3, e da Winkelmann al luogo citato creduto d’Agamennone: congettura, che aveva già messa fuori il signor ab. Visconti col confronto principalmente del Marte, che si vede nelle monete dei Mamertini, e de’ Bruzj; come spiegava per un Marte anche l’altra statua del palazzo Borghese, data in rame dal sig. Lens4, quasi simile alla capitolina, fuorchè nelle gambe, che quella ha moderne, e la testa, che ha antica, e l’altra no. In conseguenza di quelle osservazioni diremo, che siano di Marte anche le gemme della galleria Granducale a Firenze pubblicate dal Gori5 per ritratti del detto re Pirro, ed altre immagini, che abbiano la stesa fisonomia. Però se quello della medaglia, che illustriamo, è un Marte, cade la congettura del lodato Ranghiasci, che vuole data la barba a quel nume dopo i tempi d’Adriano, vedendovi un non so che di calamistrato, o riccio artificiale all’uso di quell’imperatore, che io non so vedervi, perchè è ricciuta naturalmente; e senza replica ci provano l’opposto di questa epoca le citate monete dei Mamertini, e dei Bruzj, che sono molto più antiche, e possono vedersi presso il P. Magnan6. Finalmente aggiugneremo, che di Marte siano le gambe della gemma nominata dallo stesso nostro Autore nel Tom. iI. pag. 247., che sono
- ↑ Tom. iI. pag. 265.
- ↑ Tom. XXXIX. pag. 1. segg.
- ↑ Mus. Capit. Tom. iiI. Tav. 48., Sponio Miscell. erud. antiq. sect. 4. pag. 139., Avercampo nelle aggiunte al Paruta Sic. numism. Tab. 157.
- ↑ Le costume, ec. pl. 14. num. 31.
- ↑ Mus. Florent. Gemmæ ant. Tab. 25. num. 4. 5. 6.
- ↑ Lucan. num. Tom. I. Tab.10., Tom. iI. Tab. 4- 10., Tom. iiI. Tab. 10.