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chi; e qui poi sia rappresentato da guerriere. Nel braccio sinistro ha l’attacco dello scudo, che si può credere stato di bronzo per li buchi rimastivi al di sopra; e nella mano destra che è moderna, come l’altra, avrà forse impugnato la spada. Non farà maraviglia il vedere la figura nel resto tutta nuda; potendosi facilmente rispondere, che lo scultore volendo fare un’eccellente figura al vero tutta nuda, non dovea imbarazzarla da farne perdere gran parte coll’elmo, vesti, tracolla, e fodero di spada. E’ cosa frequente nei Momunenti antichi di Winkelmann, e nelle monete il vedere guerrieri o senza l’elmo, o senza vesti, colla sola lancia, e scudo. La mossa delle braccia della nostra statua non è certamente di uno, che cerchi difendersi da un pugno, e nel tempo stesso voglia contracambiarne uno all’avversario; ma di un guerriere, che si ripara, o cerca di riparare altri collo scudo nel braccio sinistro, e colla spada nella destra vuol avventarsi al nemico per ferirlo da sotto in su. Chi poi sia questo guerriere non è facile il dirlo. Fra le tante congetture potrei motivarne tre. Primieramente, che sia un Ajace figlio di Telamone, di cui sappiamo da Ditte Cretense1, che si segnalò in una circostanza, che potrebbe adattarli all’atteggiamento della statua: vale a dire, che sotto alle mura della città di Troja inseguendo coraggiosamente i Trojani, i quali si ritiravano dentro la porta, seppe guardarsi da un nembo di terra, e di sassi scagliatigli contro dalle mura, che scansava collo scudo, senza punto desistere dal dare addosso ai nemici: Ajax Telamonius insecutus fugientes, adusque portam pergit. Ibi cæsa vis multa hostium quum festinantibus inter se, & singulis evadere cupientibus, magis in ipso aditu, multitudine sua detinerentur. Interim multi eorum, qui primi evaserant, super muros sui, collecta undique cujusquemodi saxa, super clypeum Ajacis dejicere, congestamque quamplurimum terram desuper volvere; scilicet ad depellendum hostem: quum super modum gravaretur egregius dux, facile scuto decutiens, haut segnius imminere. Potrebbe essere anche l’altro Aiace figlio d’Oileo, che si vede in questo atteggiamento, sebbene armato anche coll’elmo, nelle


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  1. De bello Trojano, lib. 4. cap, 20. pag. 99. edit. Amstel. 1702.