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dell’Ospital già ambasciatore di Francia alla corte di Napoli, Mercurio ha nella mano sinistra una patera con entro una tartaruga. Il P. Paciaudi, che la illustrò con una dissertazione, stampata in Napoli nel 1747., molto si estese sul simbolo della tartaruga dato qui a Mercurio, facendo vedere con molti esempi recati dal P. Montfaucon1, nelle mani Pantee, e in altri monumenti che si trovi Mercurio collo stesso simbolo, o il simbolo almeno per allusione ad ess. Lo Schoepflin2 nomina una statua di quel dio colla tartaruga ai piedi trovata nella campagna di Zurigo, probabilmente come si vede alla statua di Germanico a Versailles, che noi per questo simbolo dicemmo alludere a Mercurio3.

21. Pag. 407. * Gemma incisa posseduta dal signor abate Bianconi segretario perpetuo dell’Accademia delle belle arti in Milano, nella quale si pretende ravvisare fenza giusto fondamento le teste di Massinissa e Sofonisba. Vedi Tom. iI. pag. 306. not. b. Questa, e le altre gemme greche, e romane ordinariamente sono liscie per di sotto. All’opposto molte delle egiziane, e le etrusche quasi tutte, come quelle descritte qui avanti hanno il fondo lavorato in figura di scarafaggio, o scarabeo. Degli Egiziani è facile dare la ragione di avervi fatta quella bestia; perchè da essi era venerata quale immagine del sole4. Per gli Etruschi dubita Winkelmann5, se lo abbiano fatto ad imitazione degli Egiziani, dai quali abbiano anche appresa l’arte di scolpire. Plinio6 ci dà notizia, che gli antichi artefici di gemme quando lavoravano teneano uno scarafaggio di color verde, per ricreare l’occhio, ed aguzzar la villa. Chi sa, che questi artisti avendo sempre avanti quella bestiola, non si pigliassero talvolta il piacere di scolpirne l’immagine sulla stessa gemma, per cui la guardavano?

22. Pag. 427. Medaglione di Lucilla figlia di M. Aurelio e di Faustina, e moglie di Lucio Vero. Il rovescio tutto insieme ha qualche somiglianza con una pittura trovata negli

Tom III. L l l sca-


  1. Antiq. expl. Tom. I. pl. 72. 73.
  2. Alsat. illustr. Tom. I. lib. 2. sect. 6. §. 35. Fig. 453.
  3. Tom. iI. pag. 339. not. a.
  4. Appione presso Plinio lib. 30. cap. 11. sect. 30. Vedi qui avanti Tom. I. pag. 14.
  5. loc. cit. pag. 15.
  6. lib. 29. cap. 6. sect. 38.