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antiche, mostrano di essere meno belle, e di forma non poco diversa da quelle delle citate, ed altre medaglie.
12. * Pag. 230. Cameo del museo Farnese, opera di Atenione, in cui Giove fulmina i Giganti, dato, e illustrato da Winkelmann nei Monumenti antichi inediti1. Vedi pag. 30.
13. Pag. 250. Bassorilievo in terra cotta da Napoli passato in Inghilterra, prima in posseduto del dottor Mead, e poi di altri, dopo la di lui morte pagato a caro prezzo. Se ne è qui ricavato il disegno dal getto, che conserva il valente scultore irlandese signor Cristoforo Hewetson. Il soggetto è Demostene sedente sopra un’ara del tempio di Nettuno nell’isola Calauria, ove si era rifugiato, con un volume nella mano sinistra dopo aver preso il veleno per sottrarsi dalle persecuzioni dei suoi nemici. La testa rassomiglia alla testa in bronzo del museo Ercolanese colla iscrizione; e il nostro Autore lo avea destinato per la terza parte de’ suoi Monumenti antichi inediti. Si avverta, che nell’originale, come anche nella stampa in rame è scritto ΔΗΜΩΣΘΕΝΗΣ coll’Ω in vece dell’Ο secondo il solito, forse per errore dell’artefice, che lo incise. Vedasi alla pag. 255.
14. Pag. 304. Moneta in bronzo dell’antica città di Possidonia nella Magna Grecia, di quelle, che volgarmente diconsi incuse, benchè non lo sia. Se ne è parlato alla pag. 91. La figura scolpitavi è di Nettuno col tridente in mano, in atto come di scuotere la terra, detto perciò frequentemente ἐνοσίχθων, e ἐνοσίγαιος, scuotitore della terra da Omero2, e dagli altri antichi3, e in una bella iscrizione dei Tarentini pubblicata in più libri4; credendosi che i terremoti fossero cagionati dal mare; cosicchè per dire il terremoto, dicevano, che Nettuno avea scossa la terra5; e una volta, che s’intese nell’Acaja un fiero terremoto, fu attribuito allo sdegno di lui per una ingiuria fatta al suo tempio6. Per la stessa ragione
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- ↑ num. 10
- ↑ Iliad. lib. 7. vers. 445. 445., lib. 20. vers. 63.
- ↑ Longino De subl. sect. 9., Luciano in Philopatr. §. 6. oper. Tom. iiI. pag. 591.
- ↑ Muratori Nov. thes. inscript. Tom. iI. pag. 1084. n. 3., Belgrado loc. cit. pag. 137., Carducci nelle note all’opera di Niccolò d’Aquino Delle delizie Tarent. lib. i., Nuovo Giornale de’ letterati d’Italia Tom. iI. Modena 1773. pag. 314.
- ↑ Omero Iliad. lib. 20. v. 57., Erodoto Hist. Græcor. lib. 4. pag. 533. in fine, Senofonte lib. 7. cap. 129. pag. 561.
- ↑ Pausania lib. 7. cap. 24. pag. 585.