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sa, una delle quali per sorte ho esaminata nello stesso museo Borgiano, ed altre, che si vedono frequentemente nelle raccolte di medaglie stampate, appartenenti a città, le quali non doveano avere con Alessandro alcuna relazione. Nel resto del rovescio della nostra medaglia si vede un Giove sedente su ben lavorato sedile col suppedaneo, con un’aquila nella mano delira, e scettro nella sinistra; sotto la sedia la lettera Π, e intorno la leggenda del suo nome. Il lavoro e del rovescio, e del dritto è molto più bello di quello comparisca nella stampa datane, in cui però si è bene imitata la grandezza dell’originale. Si veda anche appresso al detto numero V.
9. Pag. 162. * Bassorilievo, che si ha triplicato nella villa Albani. Il soggetto è molto oscuro. Se n’è fatta menzione alla pag. 100. e 104. in nota.
10. Pag. 163. * Intaglio già del museo Farnese a Napoli, ora del conte di Lamberg, dato in rame da Winkelmann in quest’opera, e nei Monumenti antichi inediti1, ove lo spiega per Teseo, che sostiene Laja, o Faja, da lui uccisa, e ne contempla nello stesso tempo la bellezza. Vedi il Tomo I. pag. 416. not. 2. Teseo si conosce alla clava, e al suo volto sbarbato, e gentile, come lo è nell’intaglio di sorprendente lavoro colla iscrizione moderna, interpretata da Stosch per Teseo colla pelle del toro maratonio, e potrebbe essere colla pelle del Minotauro, per cui Teseo si rese anche celebre2, non mai di leone come pensò Winkelmann3; nè di capra, come dettò magistralmente l’ab. Bracci4 per fare di Teseo una Giunone Lanuvina. Questi, che a tal proposto, e sempre, dice tante ingiurie contro Winkelmann, ha dato il più chiaro argomento di meritare, che tutte gli si ritorcano, facendo vedere in poche parole di essere privo affatto delle cognizioni spettanti alle belle arti, e di non avere nè gli occhi della mente, nè quei del corpo. E perchè non ricorrere almeno ad un beccaio per farsi dire se quella pelle era di capra, o di toro? Chi ha occhi la conosce ad evidenza, vedendo il muso, il pelo, e un corno dritto, corto, e
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