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fatte tutte le antiche volte1. Quando l’armatura della volta era stata formata colle tavole, vi si gettava, come nella costruzione dei fondamenti, della calce con delle scheggie di tufo, o di mattoni; e ciò sino ad una certa altezza, la quale è di nove palmi nelle terme di Diocleziano: dopo di che vi si metteva di nuovo uno strato di calce per rendere unita la superficie della volta. In tal maniera un piccol numero d’uomini poteva finire una gran volta in un sol giorno. Si può osservare questo metodo di fabbricare nelle opere, dalle quali è caduta l’incrostatura, come anche nelle volte rovinate, quali sono per esempio quelle del Colosseo, delle terme di Tito, di Caracalla, e di Diocleziano; e particolarmente nelle rovine considerabili della villa Adriana, ove si vede ancora l’impronta, o letto delle tavole dell’armatura.

§. 15. Questa maniera sollecita di costruire le volte non si pratica più: si fanno al dì d’oggi a mano, servendosi per altro sempre del tufo, e della pozzolana. L’empitura, sin tanto che tutto sia del pari colla platea, si fa nulladimeno ancora a sacco, a un di presso come usavasi dagli antichi. Per mezzo di quella calce si può dare alle volte la forma, che si vuole. Se ne fanno ancora attualmente in Roma delle affatto piane, di modo che appena mostrano essere curve. Si lasciano queste volte per qualche tempo colla loro armatura, acciò possano consolidarsi.

§. 16. Facendo gli antichi le loro volte estremamente forti, cercavano di renderle anche più leggere che fosse possibile; il che facevano in due maniere differenti. La maniera più ordinaria era di empiere le volte con delle scorie del vesuvio, che sono o rossigne, o bigie. Se ne trovano delle nere vicino a Viterbo, in un luogo, ove sono fonti d’acqua bollente, che indurisce le uova in un istante. Questo luo-


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  1. Vedi la citata Tavola XII.