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d e i   R a m i. 431

po è moderno. Vedi pag. 88., e Tom. iI. pag. 136. e segg. Ultimamente il signor abate Marini1 colla sua oculatezza particolare ha raccapezzate alcune parole, tuttochè mal concie, della iscrizione posta alla base di quest’ultima, di cui si è parlato alla detta pagina 137., e sono le seguenti:

.......
.... OS . . . .
. . . ILLIANON . .
..... SACR...
..SEPT. QVINTILLO ET PRISCO
COS


Quindi almeno sappiamo quando fu dedicato questo brutto simulacro, che fu l’anno 159. dell’era cristiana, sotto il regno d’Antonino Pio, allorchè la religione egiziana in Roma era molto favorita, come dissi alla pag. 116. L’iscrizione greca, incisa alla parte opposta della base, riferita nel citato Tomo iI. pag. 136., fa vedere, che gli scultori di essa furono greci, i quali o abbiano lavorato in Grecia, o in Roma, o in altre parti, hanno lavorato sullo stile d’imitazione, del quale stile è anche l’altro cercopiteco, e quasi tutte le statue egiziane della villa Albani. Questo stile d’imitazione dovrebbe essersi introdotto in Roma prima degl’imperatori, che favorirono il culto delle deità egiziane: poichè abbiamo da Varrone presso Tertulliano2, che una volta quando fu proscritto il culto di quelle divinità, forse l’anno 695. di Roma prima del console Gabinio, furono rovinate le loro statue: Serapem, & Isidem, & Arpocratem, & Anubem prohibitos Capitolio Varro commemorat, eorumque statuas a Senatu dejectas, nonnisi per vim popularium restitutas. Anche in Grecia il culto d’Iside era molto antico3; e vi saranno state fatte le statue delle deità egiziane, come ne furono fatte in Egitto dai medesimi Greci. Per la qual cosa dovrà badarsi, che molte statue dette dello stile d’imitazione, e perciò supposte dei tempo di Adriano,


che
  1. Iscriz. antiche delle ville, e de’ palazzi Albani, pag, 176.
  2. Ad nation. lib. 1.p. 55. C. Luttetia 1634.
  3. Pausania lib. 1. c. 41. pag. 98., lib. 2. cap. 4. pag. 121., cap. 13. pag. 142., lib. 10. c. 32. pag. 880.