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s u l l e R o v i n e d i R o m a. | 413 |
ta, per ornamento d’una piazza avanti al palazzo medesimo1; e lo proviamo primieramente dalla inverosimiglianza, e quasi impossibilità di fare una statua equestre di bronzo in quel tempo di barbarie; e dal non sapersi per qual motivo potesse mai pensare quel Papa a farne il getto: in secondo luogo, perchè il Cavallo di Costantino d’allora in poi non si trova più ricordato in Campo Vaccino, ma bensì al Laterano. Ve lo dice esposto in luogo pubblico, e lo descrive, con una favoletta riguardo alla sua prima origine, Cencio Camerario, che già notammo avere scritto al tempo di Celestino III. intorno all’anno 1191. pochi anni dopo Clemente, le di cui parole tratte dal manoscritto Vaticano vengono riferite dal Ciampini2. Colle stesse parole viene descritta parimente la statua equestre di Costantino dal citato autore De mirabilibus Romæ, che pur dicemmo esser vivuto nel secolo XIII., come osserva il Montfaucon3.
Quando i Papi stavano in Avignone il mentovato Cola di Rienzo4, per dare al popolo una festa, fece gettar vino rosso dalla narice destra di questo Cavallo, e acqua dalla sinistra quasi tutta una giornata: donde io non saprei dedurre con Winkelmann5, che la sola statua del Cavallo fosse allora scoperta, e quella di Marco Aurelio sotterra: congettura, che fa il nostro Autore, perchè l’una, e l’altra statua suppone trovata in quei contorni; e perchè non sapea, che per l’avanti sempre il solo Cavallo si trova nominato, non mai la statua dell’imperatore, sebbene gli fosse
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- ↑ Non saprei dire se vi facesse anche trasportare la Lupa di bronzo nominata avanti, che Lucio Fauno allo stesso luogo dice pure stata al Laterano prima che in Campidoglio.
- ↑ loc. cit.
- ↑ Diar. ital. cap. 20. pag. 282. e 296. Da questi due scrittori per la prima volta trovo spacciato, che il Cavallo abbia fra le orecchie sulla fronte la figura d’una civetta, di cui parlossi nel Tom. I. pag. xxv.
- ↑ La di lui vita, lib. 2. cap. 26. presso il Muratori loc. cit. col. 451.: In quella die continuamente de la matina nell’alva fi’ a Nona per le nare de lo Cavallo de Costantino, che ene de vronzo, pe canali de piommo ordenati jesciro pe froscia ritta vino roscio, e pe froscia manca jescio acqua; e cadea indeficientemente ne la conca piena. Tutti li Zitelli, Cittatini, e Stranieri, li quali haveano sete, staveano a lo torno, con festa bevenno.
- ↑ loc. cit. pag. 396.