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mi furono i travertini, che colla permissione del Papa Clemente XI. furono impiegati in più fabbriche, e specialmente nel porto di Ripetta, e sua scalinata.

L’altro guasto, che vediamo fatto al Colosseo, è quello dei tanti buchi, i quali se non lo hanno rovinato, lo hanno indebolito, e deformato assaissimo. Sei diverse opinioni sono siate messe fuori per trovarne la ragione, e il tempo in cui siano stati fatti, e chi debba dirsene autore. Monsig. Suaresio, che le riferisce nella citata sua opera scritta su questi buchi, non sa a quale attenersi, e crede meglio di tutte farne una, egualmente colle altre messa in dubbio dal Marangoni1. Io non voglio perder tempo ad esaminarle tutte partitamente dopo che ho confutata quella, che egli attribuisce ai Barbari; bastandomi di aver bene considerata la fabbrica, e i buchi stessi per dirne qualche cosa con fondamento. Di due sorti dunque sono essi. La prima dalla sua forma, dal luogo, e dalla disposizione, e simmetria con cui sono fatti i buchi, si scorge ad evidenza stata fatta per appoggiarvi dei legni da sbarrare le arcate, o per difendervisi, come era costume in tempo delle guerre civili di mettere le sbarre alle case, e alle strade per combattervi2; o per farvi delle divisioni di camere, o per uso di qualche arte, e alcuni forse per uso antico degli stessi giuochi, o in occasione di essi; come può congetturarsi da altri simili nell’Anfiteatro di Pola, che non può dirsi mai stato abitato ne’ bassi tempi come il Colosseo. La seconda sorta di buchi in numero assai maggiore, comune più, e meno a tutte le altre fabbriche di marmo, e di pietra, ov’erano spranghe, dentro Roma, e fuori, come all’Arco di Susa in Piemon-


te,


  1. num. 49. pag. 47.
  2. Vedi Albertino Mussato De gest. Henr. VII. imp. lib. 8. rubr. 4.. col. 455., la Vita di Cola di Rienzo, lib. 2. cap. 14. presso il Muratori Ant. med. ævi, Tom. iiI. col. 427., l’Infessura all’anno 1404. presso l’Eccardo Tom. iI. col. 1867., e presso il Muratori Tom. iiI. par. 2. col. 1116.