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s u l l e R o v i n e d i R o m a. | 357 |
loca dal Martinelli1 ove ora è la chiesa di s. Luigi de’ Francesi; l’altra di s. Benedetto; e la terza detta Oratorio del Salvatore, che ancora vi sussiste al fianco della detta chiesa di s. Luigi, con orti, terre coltivate, e incolte, sebbene ancor vi restassero colonne, ed altri pezzi di fabbriche non convertiti ad alcun uso: del che tutto si parla in una carta dell’Abbazia di Farfa, data dallo stesso monsignor Galletti, appartenente all’anno 998.2: Duas Ecclesias sancte Marie & sancii Benedicti que sunt edificate in thermis Alexandrinis cum casis criptis hortis terris cultis & incultis arcis columnis, & Oratorio Salvatoris infra se, &c.
E per ultimo ricercando le memorie di quelli tempi medesimi, apprendiamo quasi tutto annientato anche il Campidoglio. Oltre la chiesa d’Araceli, detta allora di s. Maria d’Araceli e di s. Giovanni Battista, e il contiguo monistero de’ PP. Benedettini, che ne aveano la cura, v’erano parimente degli orti, delle casette, ed altre fabbricuccie fatte per comodo del mercato, che vi si teneva nella piazza di mezzo, e vi si tenne sino all’anno 1477, alli 13. di settembre, in cui il cardinale Guglielmo d’Estouteville camerlingo lo trasportò alla piazza Navona, restandovi fisso per ogni mercoledì3; e il resto del monte Capitolino, di quella rocca stata il terrore dell’universo, era forse già un mucchio di sassi, e di colonne rovesciate, o rimarle miseri scheletri di quelle fabbriche grandiose, che sostenevano; se ne eccettuiamo il Tempio della Concordia, di cui appresso diremo, e la famosa scala de’ cento gradini, che vi sussistevano. In uno stato sì miserabile fu tutto il monte conceduto a que’ monaci dall’antipapa Anacleto II. in una bolla, senza l’anno, ma che deve essere stata emanata tra l’anno 1130., in cui
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