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348 | D i s s e r t a z i o n e |
Quod ne Cæsaribus videar debere, vel armis
Et species rerum meque, meosque trahat,
Armorum vis illa, perit, ruit alta, senatus
Gloria, procumbunt tempia, theatra jacent.
Rostra vacant, edicta silent, sua præmia desunt
Emeritis, populo jura, colonus agris.
Durus eques, judex rigidus, plebs libera, quondam
Quærit, amat, patitur, otia, lucra, jugum.
Ista jacent, ne forte meus spem ponat in illis
Civis, & evacuet spemque, bonumque crucis.
Crux ædes alias, alios promisit honores,
Militibus tribuens regna superna suis.
Alcuni monumenti in particolare si trovano mentovati dagli scittori, e da altre memorie del secolo duodecimo. In una iscrizione affissa nel portico della chiesa di s Silvestro in Capite colla data dell’anno 1119. si legge, che da lungo tempo avanti que’ monaci aveano data in affitto la. detta Colonna di M. Aurelio Antonino, insieme ad una piccola chiesa di s. Andrea, che le stava accanto, colle limosine, che vi offerivano i pellegrini; e che in quell’anno vollero rivocare ogni contratto antecedentemente fatto per esse, temendo di averne poi a perdere anche il dominio. L’iscrizione è del tenore seguente, data anche dal Giacchetti1, dal Piazza2, e nella sua vera ortografia dal Crescimbeni3: Quoniam Columna Antonini, juris monasterii s. Sylvestri, & Ecclesia s. Andreæ, qua circa eam sita est, cum oblationibus, quæ in superiori altari, & inferiori a peregrinis tribuuntur, longo jam tempore locatione annorum fuit alienata monasterio. Ne idem contingat, auctoritate Petri Apostolorum Principis, & Stephani, & Dionysii, & confessoris Sylvestri, maledicimus, & vinculo liga-
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