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latare, come è nello stato presente1, fosse atterrato nel giro di un anno un monumento grandissimo fatto di travertini. Abbiamo bensì da un Itinerario, o succinta detenzione delle regioni di Roma, e fuor delle mura, che dal P. Mabillon, da cui è stato la prima volta pubblicato2, e da monsig. Bianchini, che l’ha ristampato con nuove illustrazioni nella sua edizione d’Anastasio3, li vuole fatto nell’ottavo, o nel nono secolo, e dal lodato Cassio, circa l’anno 875. determinatamente4; abbiamo dico da questo Itinerario nominati non pochi edifizj, e monumenti pubblici, che o tutti ancor esistevano intieri, o erano in uno stato da potersi considerar tali per indicare i luoghi a preferenza di tanti altri, che faranno stati più rovinosi: e sono il Teatro di Pompeo, e quello di Marcello; il Tempio di Giove, che il Bianchini crede sia il Capitolino5; il Settizonio, il Circo Massimo, la Mica Aurea, di cui tanto parlano gli antiquari senza conchiuder nulla; il Circo Agonale, l’Elefante Erbario, nominato anche nella Notizia dell’impero occidentale presso il Pancirolo, e creduto dal Bianchini lo stesso, che l’Elefante eretto da Augusto intorno al Foro Piscario nella regione ottava, di cui parla P. Vittore, ed altri; le Terme Alessandrine, la vicina chiesa della Rotonda, le Ter-


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  1. Crescimbeni Storia della basil. diac. s. Maria in Cosmed. lib. 1. cap. 3. pag. 17.
  2. Veter. analect. Tom. IV. p. 506. segg.
  3. Tom. iI. pag. CXXII. segg.
  4. loc. cit. pag. 268.
  5. Pare che il Padre Casimiro Mem. istor. della chiesa, e conv. d’Arac. cap. 1. pag. 5. lo creda rovinato prima senza nessun fondamento; come senza ragione, fuorché sull’autorità del Platina, pretende che Onorio I. ne levasse le tegole di bronzo per coprire la chiesa di s. Pietro, come abbiamo veduto qui avanti pag. 286. not. b., che pensa anche il Rycquio; e vuol rigettare l’autorità d’Anastasio, che le dice tolte dal Tempio di Roma, come dicemmo al luogo citato, perchè egli stesso nella vita di S. Felice IV. sect. 90. pag. 97. avea detto, che questo Pontefice dedicò a’ Ss. Cosma, e Damiano quel Tempio, da cui non è probabile, che poi Onorio I. levasse le tegole. Ma il P. Casimiro non ha badato, scrivere Anastasio, che san Felice dedicò la chiesa a que’ santi juxta Templum Romæ, accanto, o vicino al Tempio di Roma, non già nel Tempio stesso; e gli antiquarj hanno fatte gran questioni per trovare quale sia questo Tempio. Vedasi l’annotatore al Nardini lib. 1. cap. 12. pag. 108. n. 6. L’autorità del Platina in confronto d’Anastasio non mi pesa punto, avendo in contrario anche altri autori più antichi di lui, e fra gli altri il citato Pietro Manlio, che scrisse nel secolo XII., Hist. Basil. s. Petri, cap. 4. presso i Bollandisti Acta Sanct. Junii, Tom. VII. pag. 44.. C,