Pagina:Storia delle arti del disegno III.djvu/341


s u l l e   R o v i n e   d i   R o m a. 323

riferisce Anastasio1, e in termini anche più ampli, e perciò soggetti a qualche critica, l’Ostiense2; di cui egli poi fece solenne donazione a s. Pietro, ossia alla Chiesa Romana. Con tale donazione confermata in seguito ne’ termini, che leggonsi presso lo stesso Anastasio3, dal re Carlo Magno figlio di Pippino al Papa Adriano I. nell’anno 774. dopo alcuni torbidi nuovamente suscitati da Desiderio ultimo re de’ Longobardi, restò assicurato alla Sede di Pietro un assoluto perpetuo dominio temporale di quegli stati, e di Roma, e suo Ducato per conseguenza, su cui col consenso de’ popoli tanto diritto aveano acquistato i Sommi Pontefici nella lunga, caritatevole, e gravosissima amministrazione di tanti anni4); rimanendo agl’impotenti greci imperatori, che colla loro pessima condotta se ne erano resi indegni, e quasi volontariamente spogliati col non curarsene5, il mero titolo fastoso d’imperatori romani, come disse Luitprando all’imperator Foca nel secolo decimo6.

Fu grande il vantaggio, che da principio in seguito di quella rivoluzione, e mutazione di governo ridondò alla città, e alle sue fabbriche. Il lodato Pontefice Adriano I.,


S s 2 uomo


  1. Nella citata vita di Stefano II. o III. sect. 254. pag. 212.
  2. Chron. Casinen. lib. 1. cap. 8. presso il Muratori Rer. Italic. Script. Tom. IV. pag. 272. seg.
  3. Nella vita di s. Adriano I. sect. 318. pag. 250. Pietro Manlio, che scrisse alla metà del secolo XII. al tempo d’Alessandro III., Hist. Basil. s. Petri, cap. 8. n. 159. seg. presso i Bollandisti Acta Ss. Junii, Tom. VII. p. 33. la porta più estesa, e più ancora che l’Ostiense, aggiugnendo, che a suo tempo i nomi delle città si leggevano puranche in caratteri d’argento sulle porte di bronzo della chiesa di s. Pietro: il che non ha saputo Zanetti, il quale loc. cit. lib. 6. num. 41. pag. 635. impugna l’Ostiense.
  4. Vedi l’emo Orsi Dell’orig. del demin. e della fovran. de’Rom. Pont. ec. cap. 5. segg., Cenni Codex Caroliti, ec. Tom. I. pag. 12., Tom. iiI. pag. 92., il P. Becchetti loc. cit.
  5. L’imperator Lodovico Pio scriveva a questo proposito in una lettera a Basilio imperator greco, riportata dall’anonimo Salernitano nella sua Cronica, cap. 99., presso il Muratori Tom. iI. par. 2. col. 247.: Si paginas revolvas græcorum annalium, & quæ indiscriminate ab alienis, per vos nequaquam defensi, & quæ a vestratibus Pontifices Romani pertulerunt, perscruteris, profecto invenies, unde illos juste non valeas redarguere: e poco dopo, cap. 100. col. 248. E.: Græci propter cacodoxiam, videlicet malam opinionem, Romanorum Imperatores existere cessaverunt, deferentes non solum urbem, & sedem imperii, sed & gentem Romanam, & ipsam quoque linguam amittentes, atque ad alia transmigrantes.
  6. Legatio ad Niceph. Phocam, dopo il principio, oper. pag. 137., e presso il Muratori Rer. Italic. Script. Tom. iI. pag. 479.