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320 | D i s s e r t a z i o n e |
suo tempo da coloro, che alzavano muri in campagna per circondar le vigne, e forse anche i sepolcri: Maceriam aliquam, aut sepem conficientibus nihil refert obvium quodque lignum, aut lapidem humi jacentem adhibere, aut columnam a monumento aliquo delapsam subjicere.
Non fu inutile il risarcimento delle mura della città, nè vano il timore, che aveano i Sommi Pontefici di essere all’improviso assaltati dai Longobardi: imperocchè ci venne sotto il mentovato re Adolfo nel mese di gennajo dell’anno 755., come bene scrive il P. Pagi, e Zanetti1, non già nel mese di giugno, come pensa il Baronio2, e dubita il Muratori3, con quante truppe gli venne fatto di raccogliere dal proprio suo regno, e dal Ducato di Benevento. Non potendosene rendere padrone colla facilità, che si lusingava, diede il guaito ai sobborghi, rovinando a ferro, e a fuoco la campagna, e quanto v’era anche di fabbriche, e di chiese, in maniera, che ben poche poterono scamparne. Il Pontefice Stefano II., o giusta altri, III., non avendo a sperare alcun sovvenimento dalla corte di Costantinopoli, ricorse alla protezione di Pippino re di Francia, che allora era in grand’auge d’autorità, e di possanza, scrivendo una lettera4 al medesimo, e insieme a Carlo, e Carlomanno di lui figli, nella quale per maggiormente commoverli a pietà delle sue angustie, loro fa la descrizione compassionevole di quell’orribile devastamento: Jam in ipsis jannuarum kalendis, scrive il Pontefice, cunctus Longobardorum exeercitus e Tusciæ partibus, in hanc civitatem Romanam conjun-
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- ↑ lib. 6. num. 39. Tom. iI. par. 631.
- ↑ n. 9., e ivi il Pagi, Tom. XII. p. 610. Monsignor Mansi vi sostiene, che sia stato l’anno 756.
- ↑ Ann. d’Ital. Tom. IV. par. 2. pag. 46.
- ↑ Registrata nel Codice Carolino, che contiene il carteggio, che allora passava tra i Sommi Pontefici, e i re di Francia, num. 4. Tom. I. pag. 85., e data anche dal Du-Chesne Hist. Franc. Script. Tom. iiI. pag. 707., e dal Muratori Rer. Ital. Script. Tom. iiI. par. 2. pag. 96. Nel Codice Carolino Stefano si numera II.; presso il Du Chesne, il Muratori, e monsig. Bianchini nella sua edizione d’Anastasio, III. La ragione si è, perchè non essendo stato consecrato Stefano II., che visse tre soli giorni, non si ha da alcuni per vero Pontefice.